MESSINA – Gli obiettivi sono il funzionamento della macchina amministrativa, oggi inceppata, e lo sviluppo dei villaggi con l’attuazione del decentramento amministrativo. L’avvocato Felice Calabrò, più volte consigliere comunale e tra i fondatori del Pd a Messina, descrive uno scenario da anno zero per quanto riguarda la macchina comunale. E ora intende mettere la propria esperienza al servizio di un progetto di riorganizzazione del Comune. Come assessore designato da Franco De Domenico, per la coalizione di centrosinistra, tiene a mettere in evidenza una netta discontinuità rispetto all’amministrazione De Luca e alle proposte del candidato Federico Basile.
Durante la presentazione di stamattina a Villa Dante – alla presenza del candidato a sindaco De Domenico, in video collegamento perché in isolamento per il Covid, della vicesindaca designata Valentina Zafarana (Movimento CInquestelle) e di quasi tutti i candidati del centrosinistra alla presidenza delle sei Municipalità (nella foto) – Calabrò si è soffermato sulla necessità di un cambio di passo nella struttura comunale: “Lo stesso Basile direttore generale del Comune, e ora aspirante sindaco, parla della necessità di riorganizzare una macchina amministrativa che lui non ha saputo gestire. Il Comune è stato distrutto in termini di efficienza. 1055 dipendenti, compresi 280 vigili urbani, possono mai gestire una città come Messina? Si comprende che così non può funzionare. Bisogna rifare il Piano di riequilibrio e assumere per concorso 250/300 persone a tempo indeterminato”.
“C’è chi sa di che cosa parla e c’è chi ripete pagine buttate giù a memoria. Il centrosinistra è coeso al suo interno, e io sono il primo a essermi ricreduto su questo, e mette al servizio della città competenza e serietà”, ha dichiarato Calabrò, in passato candidato a sindaco che perse al ballottaggio contro Renato Accorinti.
Ha precisato l’assessore designato: “Con le nostre capacità di spesa, dobbiamo assumere persone qualificate, funzionari delle categorie C e D. Abbiamo la capacità di spesa per farlo. Dobbiamo assumere pure quattro dirigenti, subito. Ne abbiamo in pianta organica nove, in servizio cinque, e non abbiamo più posizioni organizzative. Ovvero i livelli medi che ti garantiscono l’efficienza della pubblica amministrazione. Il dirigente così muore sotto le carte. Ecco perché la macchina amministrativa è inceppata. Occorre ripristinare assunzioni di responsabilità in capo ai funzionari. Non parliamo della situazione del corpo della polizia municipale, ridotto peggio che al lumicino”.
Per il consigliere comunale uscente, “il passaggio immediato da cinque a nove dirigenti, con l’assunzione di quattro, e il concorso pubblico per 300 funzionari, rinvigorendo notevolmente anche il corpo di polizia municipale, sono passi fondamentale per far ripartire la macchina amministrativa. In questi anni abbiamo risparmiato con i pensionamenti ma non abbiamo fornito servizi. Occorre ripartite. Dovevamo inoltre aspettare il commissario straordinario per avere un comandante dei vigili? (Il comandante della polizia municipale Stefano Blasco, n.d.r.).
Ha continuato l’esponente del Partito democratico: “Occorre inoltre valorizzare il personale già in funzione, con posizioni organizzative e progressioni verticali, premiando chi merita in termini di lavoro. Queste cose, con la voglia e la passione, si possono fare. Il Piano di riequilibrio è di certo una grande incognita, frutto anche delle lungaggini del legislatore nazionale e della necessità di non far fallire i Comuni. Le osservazioni della Corte dei Conti sono incalzanti e secondo me il Piano va riscritto. Le risorse per riorganizzare la macchina amministrativa ci sono. Ci sono figure preparate, all’interno del Comune – ha voluto rimarcare Calabrò, componente dell’Assemblea nazionale del Pd e della direzione regionale del partito – che vanno valorizzate e noi ci presenteremo alla Corte con una nuova credibilità, nello spirito di una Città metropolitana. Serve un nuovo Piano di riequilibrio per riprogrammare la spesa del personale”.
Se “elevare in pianta organica il numero dei dirigenti e rinegoziare il Piano con la Corte dei Conti” appare indispensabile, per Calabrò l’altra priorità è il decentramento amministrativo: “Se fosse stato attuato dalle prrecedenti amministrazioni, non ci sarebbe stato il referendum su Montemare. Bisogna garantire servizi di prossimità e assistenza nelle singole Municipalità. ll territorio va valorizzato e la presenza dei candidati alla presidenza non è casuale. Le istituzioni devono essere vicine alla gente, a chi ha bisogno: questo è un vero tema del decentramento”.
Il primo a intervenire, a Villa Dante, è stato Francesco Greco, candidato per il centrosinistra alla I Circoscrizione, 26 anni: “L’amministrazione uscente voleva cancellare il decentramento, non l’ha mai attuato. Si volevano sostituire i consiglieri democraticamente eletti con comitati di nominati. Bisogna voltare pagina rispetto alla tendenza a mettere ai margini chi la pensa diversamente. Apriamo una nuova pagina di storia democratica, in questa città, e archiviamo le tendenze anche nel campo dei consiglieri. Ci vuole una nuova classe dirigente, senza atteggiamenti autoritari e scegliendo consiglieri immuni dalle vecchie tendenze tipo gettonopoli“.
“Anche al quartiere – ha osservato Greco – bisogna uscire dall’ordinario e ragionare in termini di prospettiva. Politica di visione e di futuro. Pensiamo a livello globale e agiamo a livello locale. A Galati affrontiamo il problema dell’erosione costiera, ad esempio, per poi accorgerci che lo stesso problema c’è a Giampilieri e a Mili. Servono interventi complessivi e una politica che guardi lontano. Presidenti e consiglieri, nei quartieri, devono essere sempre vicini ai cittadini. Di fronte alle emergenze devono esserci. E questo si può fare se ci saranno nuclei di protezione civile e polizia municipale. Messina è una città siciliana importante e non si deve fare affondare questa nave con le sirene di Montemare. Oggi solo con la Città metropolitana e le sue potenzialità si può ripartire”.
Giampiero Terranova, candidato alla II Circoscrizione: “Il decentramento deve abbracciare tanti servizi. La sanità di prossimità è necessaria. Non è possibile che un abitante della zona sud, per rinnovare la patente, debba andare al Margherita. O l’anziano, con problemi di salute, al Mandalari. Il concetto di decentramento deve abbracciare anche questi aspetti sociali, guardando alle persone più deboli. Potenziare il decentramento e farlo funzionare realmente comporta una capacità di spesa da parte dei quartieri. Altrimenti, rimarremo solo quelli che fanno le segnalazioni. Bisogna ridare dignità ai consiglieri di quartieri, rappresentanti dei cittadini. A presidenti e consiglieri di quartiere arrivano tutte le criticità del territorio. Occorre pure, all’interno del quartiere, un numero adeguato di personale per svolgere attività e servizi. In ogni circoscrizione – ha affermato Terranova – abbiamo bisogno di assistenti sociali che si occupino dei problemi delle persone”.
Alessandro Geraci, candidato per il centrosinistra alla III Municipalità: “Tutti i partiti, in campagna elettorale, vogliono applicare il decentramento amministrativo. Poi sparisce tutto e si rimane al punto di partenza. Occorre spezzare i meccanismi del favore, nel rapporto tra consigliere e cittadino, che paga le tasse per avere servizi. Basta con le catene marce. Dobbiamo rompere con il passato. In più dobbiamo alzare il livello. Dobbiamo smetterla con i consiglieri comunali che fanno i consiglieri di quartiere. Dobbiamo smetterla con gli assessori che da presidenti dei sei quartieri. Bisogna voltare pagina. La III Circoscrizione è la più popolosa: 50mila abitanti. Più di Milazzo o Barcellona. Non è possibile – ha rilevato Geraci – che ci sia una sola sede a Camaro. Quella a Provinciale è stata tolta. Siamo pieni di locali sfitti, sia del Comune, sia della Regione. Nelle sedi decentrate, devono nascere sportelli di servizi di prossimità con assistenti sociali e psicologi”.
Per impegni, non erano presenti i candidati alla presidenza della IV Municipalità, Matteo Grasso, e della VI Mario Biancuzzo.
Ecco infine il candidato alla V Municipalità Giulio Fragale, 30 anni: “Partire dalle periferie e dai giovani: se ne parla tanto ma la mia coalizione ha avuto coraggio nello scegliere me e Francesco Greco. Questa squadra scommette sui giovani e bisogna ripartire dai quartieri e dalle periferie”.