Diritti Tv: Il Governo approva il decreto sulla ripartizione 40-30-30

Nonostante il mancato accordo della B, accompagnata dalla sfiducia delle società della serie cadetta al presidente della Lega Calcio Matarrese, il Consiglio dei Ministri ha recepito in un decreto legislativo l’accordo sulla ripartizione dei proventi dei diritti tv raggiunto dalle società di A lo scorso 30 ottobre e lo ha approvato stamane. La conferma è arrivata dal ministro dello Sport Giovanna Melandri (nell foto accanto) nella conferenza stampa tenuta al termine della riunione di governo.

In pratica, la ripartizione del ricavato dalla vendita collettiva dei diritti televisivi avverrà secondo il criterio battezzato con la formula 40-30-30. Ovvero, il 40 per cento dei ricavi diviso equamente tra tutte le società di serie A; un 30 per cento sulla base del bacino di utenza (dove per il 25 per cento è calcolato sul numero dei tifosi e il restante 5 per cento sulla popolazione residente nel comune del club); l’altro 30 per cento sarà ripartito in base ai meriti sportivi della squadra. Come quantificare i -meriti-? Di questo 30 per cento, il 5 sarà calcolato sulla base della classifica dell’anno in corso, il 15 sui risultati ottenuto dal club nell’ultimo quinquennio e il restante 10 per cento in base ai risultati ottenuti a partire dall’anno 1946-47, cioè da quando esiste la Lega Calcio. In base a questo meccanismo, la forbice tra il club che guadagnerà di più in serie A e quello che incasserà di meno non supererà il rapporto massimo di 4 a 1. Tale criterio sarà in vigore a partire dal 1 luglio 2010.

Le regole approvate oggi, secondo il ministro Melandri, incidono sul -processo di valorizzazione del prodotto calcio, col passaggio alla negoziazione collettiva dei diritti tv-. ”Con questo decreto – spiega il ministro – dal 2010 si introduce la certezza sul flusso di risorse che alimenta la mutualità in generale. Si tratta della madre di tutte le riforme perché renderà il calcio italiano più competitivo a livello internazionale e gli permetterà di fare la sua parte per aiutare i vivai e i dilettanti”.

Infatti, una quota delle risorse derivanti dalla cessione collettiva dei diritti tv andrà a creare investimenti in quella che la Melandri definisce -la dimensione sociale del calcio-: ristrutturazione degli impianti, vivai e settore dilettanti. Ma soprattutto, sottolinea infine il ministro, la riforma -ridurrà il divario, oggi assai profondo, tra piccoli e grandi club-. Divario stimato oggi secondo un rapporto di 7 a 1, che scenderà, come detto, a 4 a 1 quando il decreto diventerà operativo, facendo rientrare il calcio italiano entro la media europea. (Kataweb sport)