Il Gruppo Franza mette in campo un fuoriclasse del suo settore, l’avvocato Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo. E lo fa per respingere le considerazioni fatte da Giovanni Carabellò nella sua lettera aperta alla cittadinanza in qualità di promotore dell’iniziativa volta a iscrivere l’ACR Messina alla serie D (lettera che riportiamo tra gli approfondimenti a questo articolo). Così, dopo l’infuocata lettera inviata ieri ai rappresentanti istituzionali di Palazzo Zanca, i Franza e l’F.C. Messina tornano a battere i pugni con una lunga nota, facendo intuire che, stando così le cose, loro sarebbero molto più vicini alla serie D di quanto si vorrebbe far credere: la questione stadi non incide sull’argomento, essendoci altri campi sportivi in città idonei per la serie D, con i creditori, in particolare i giocatori, è stato già individuato un piano di rientro, ed entro venerdì la società si arricchirà di nuovi imprenditori (l’ex presidente dell’Atletico Catania Franco Proto?).
Viene innanzittuto sottolineato come, nonostante fin da gennaio i Franza avessero manifestato l’indisponibilità ad andare avanti, «soltanto ora, dopo la mancata ammissione della squadra al torneo di Serie B, nonché decorso inutilmente il termine per l’applicazione del Lodo Petrucci, che avrebbe consentito, a chi ne avesse avuto interesse, di iscrivere la società in un campionato professionistico (Seconda Divisione-ex C-2), si propongono sulla scena soggetti diversi, ritenendosi portatori di asseriti e non meglio qualificati “pubblici interessi-». Soggetti che «pretenderebbero l’intervento delle istituzioni locali affinché favoriscano, recedendo da accordi vigenti con la scrivente società, la loro ammissione al Campionato di Serie D, ai sensi dell’art. 52, comma 9, il cui contenuto, forse finalizzato a mettere in cattiva luce il F.C. Messina Peloro S.r.l., sembra essere stato grossolanamente frainteso dai latori della succitata missiva».
Carabellò, secondo l’accoppiata Franza-Grassani, avrebbe -omesso- che la disposizione della Figc per l’ammissione alla LND è la seguente: “il Presidente Federale, d’intesa con il Presidente della LND, potrà consentire alla città della società non ammessa di partecipare con una propria società ad un Campionato della LND, anche in soprannumero, purchè la stessa società adempia alle prescrizioni previste dal singolo Comitato per l’iscrizione al Campionato-. Errata sarebbe l’interpretazione data dalla lettera aperta dell’ACR, che si rifarebbe ad un articolo delle Norme federali diverso da quello in questione, riportando i casi di altre società come Modica, Latina e Forlì. «Non v’è chi non veda come la situazione regolamentare riguardante l’F.C. Messina, al pari di ogni altra società cittadina che ambisca a ripartire da qualsivoglia campionato dilettantistico, sia completamente differente».
Grassani fa luce sull’articolo 52, il quale prevede che «a) non sia stato esperito il c.d. “Lodo Petrucci-; b) il Presidente Federale, d’intesa con il Presidente della LND, individui una società rappresentativa della città di Messina cui attribuire, in via straordinaria, anche in soprannumero, un titolo sportivo dilettantistico; c) tale società adempia ai requisiti fissati per l’ammissione al campionato di competenza. Secondo quanto si legge nella lettera aperta – prosegue la nota – invece, tali requisiti varierebbero a seconda di quale sia il sodalizio individuato quale rappresentativo della città di Messina, ovvero se di nuova costituzione o già da tempo affiliato alla F.I.G.C., dovendosi, in caso di ammissione dell’F.C. Messina Peloro, applicare i criteri fissati per le società retrocesse dalla Seconda Divisione (ex Serie C-2). Ciò appare, francamente, inaccettabile, oltre a tacere del fatto che non esiste nessuna disposizione che prevede che la categoria di destinazione sia la Serie D, potendo essere anche l’Eccellenza».
I Franza e Grassani ricordano ancora, ed è questo il punto focale della questione, che «il Comunicato Ufficiale citato e strumentalmente diffuso individua, quali requisiti necessari: il deposito di assegno circolare dell’importo di € 18.000,00; il deposito di fideiussione bancaria dell’importo di € 31.000,00; l’assenza di debiti verso tesserati od ex tesserati deliberati e liquidati dagli organi di giustizia sportiva; dichiarazione della disponibilità di idoneo campo di gioco. Al momento, il F.C. Messina Peloro S.r.l., in prossimità di procedere ad un riassetto societario che vedrà, entro la giornata di venerdì, l’ufficializzazione dell’apporto e l’ingresso di nuovi imprenditori, dopo l’esclusione dal campionato di Serie B, portatori di pubblici interessi, in grado di alimentare la passione dei tifosi, ha già pianificato un piano di rientro condiviso con tutti i creditori, in particolare con i calciatori e gli addetti alla gestione sportiva, nonché con gli agenti, dei quali, lo si precisa, nessuna ha ancora ottenuto dagli organi di giustizia sportiva alcuna pronuncia che riconosca loro un credito nei confronti della scrivente società. Nel corso del mese di agosto, peraltro, sono già stati raggiunti e perfezionati con tutti i creditori, proseguendo detta attività sino a fine mese, accordi e transazioni che consentiranno, da una parte ai lavoratori che hanno prestato la loro attività per la scrivente idoneo soddisfacimento delle loro ragioni, dall’altra all’FC Messina Peloro di estinguere integralmente ogni obbligazione, in modo da disputare un campionato dilettantistico che consenta, a chi subentrerà nella compagine azionaria, di pianificare il ritorno tra i professionisti».
«Quanto alla disponibilità del campo di gioco – continua la nota – posto che l’ACR Messina, per il tramite del suo emissario, ipotizza la sussistenza di una sorta di conventio ad excludendum tra Comune di Messina e FC Messina Peloro S.r.l., volta ad impedire che altre società, a causa della mancata concessione dell’impianto sportivo, possano essere iscritte al campionato dilettantistico, si contesta in radice la veridicità di siffatto assunto. Il F.C. Messina Peloro S.r.l., infatti, pur essendo concessionario degli impianti sportivi “Celeste- e “San Filippo-, ha già dimostrato ampiamente ed irrevocabilmente la propria disponibilità a consentire che altro club disputi le gare interne in detti campi. Tale incondizionato assenso, del resto, era già stato formulato dalla famiglia Franza, in favore degli aventi diritto, allorquando i termini per la proposizione, e accettazione, della domanda di usufruire del Lodo Petrucci erano ancora percorribili. Inoltre, si rileva come, nel Comune di Messina, esistano altri impianti idonei alla disputa delle gare dei vari tornei dilettantistici organizzati dalla L.N.D., cosicché l’eventuale non ammissione dell’ACR Messina non potrà certo essere imputata alla mancata concessione dell’uso del Celeste o del San Filippo, ipotesi mai nemmeno prospettata, dovendo, le società richiedenti l’iscrizione, disporre della disponibilità di terreno di gioco idoneo alla categoria di competenza».
L’ultima considerazione: «Il F.C. Messina Peloro S.r.l. ritiene che, onde consentire alle istituzioni cittadine e federali di individuare il soggetto rappresentativo della realtà cittadina, sia controproducente innescare un clima di eccessiva competitività, acredine e rivalità tra i vari sodalizi che hanno avanzato la loro candidatura. Ciò anche al fine di non intralciare il già di per sé difficile percorso per il conseguimento della massima categoria possibile, ovvero la Serie D. Clima e finalità che, invece, traspaiono a chiare lettere dalla lettura della missiva dell’ACR Messina, votata, apertamente ed univocamente, perfino attraverso la strumentalizzazione della normativa vigente, a screditare la scrivente società, le sue condizioni e prospettive future. A prescindere dal gruppo che verrà individuato quale continuatore della tradizione calcistica a Messina si ritiene che qualsivoglia iniziativa debba fondarsi su: programmi validi e di lungo termine; imprenditori credibili; esperienza e solidità finanziaria; appoggio della città, intesa come realtà istituzionale e cittadina. Chi ha le carte in regola per soddisfare tali requisiti si faccia avanti, senza se e senza ma, abbandonando ogni intento polemico e/o di disinformazione della cittadinanza, che rappresenta il vero motore, l’unico reale patrimonio da salvaguardare in questo momento. Pertanto, sperando di porre fine alla sterile e spiacevole polemica innescata dalla lettera in commento, riteniamo più opportuno che ogni gruppo intenzionato a rappresentare la città mostri le proprie qualità, i propri programmi e credenziali, senza screditare gli altri soggetti che hanno presentato analoga istanza. La ripartenza del calcio a Messina deve essere ispirata ad uno spirito positivo e propositivo, non certo disfattista e animato dalla contrapposizione e dalla volontà di gettare discredito su altri sodalizi sportivi della città, forse mascherando, con tale atteggiamento, l’inconsistenza alla base del progetto proposto. Tanto si doveva, per spirito di onesta, amore della verità, correttezza e trasparenza, sempre dimostrati dalla famiglia Franza nei confronti della città e delle istituzioni, anche in momenti difficili per il calcio messinese».