“Abbiamo bisogno di infrastrutture per poter lavorare al meglio. Senza una casa non possiamo allenarci e giocare. I due stadi non sono adeguati. L’obiettivo è quello di sistemarli e di costruire nuove infrastrutture, anche con partenariato pubblico-privato”. Franco Proto arriva per la prima volta al Comune, in veste ufficiale, da presidente del Messina. Aveva già incontrato l’assessore allo sport, Sebastiano Pino, quando la trattativa era in fase conclusiva, ora è stato ospitato in commissione consiliare. L’argomento principe sono gli stadi e le infrastrutture.
“Mi sento messinese d’adozione – dice -, sono innamorato di questa città. La svolta epocale è la normalità, che ci metterà in una situazione di credibilità. Cambiare significa non ripetere le cose fatte in passato e migliorare. Dobbiamo valorizzare ciò che c’è di buono, coinvolgere i giovani e i quartieri. Uno dei nostri compiti sarà quello di coinvolgere tutti gli operatori economici della città per fare una grande società. Serve professionalità, abbiamo già un grande management, dobbiamo garantire la stabilità nel tempo. I guadagni saranno reinvestiti, dovrò scegliere un organigramma all’altezza. Non voglio inseguire i tifosi che chiedono la serie B o la serie A. Dobbiamo lavorare insieme, in sinergia, essere un gruppo unico e promuovere il risveglio”.
La notizia principe la dà il direttore generale Lello Manfredi. “Fin quando saremo in Lega Pro la nostra idea è quella di allenarci al San Filippo ma giocare al Celeste. Da domani un pool di esperti sarà al lavoro per capire se ci sono le condizioni per disputare le gare casalinghe al Celeste. Abbiamo bisogno di due licenze, quella della Lega e quella della Questura. Chiederemo il nulla osta”.
Il progetto Messina è stato accolto dall’assessore Pino: “Voglio dare il benvenuto e raccogliere l’invito a lavorare insieme. Sposiamo il progetto di ridare al calcio anche una valenza sociale. Abbiamo visto il progetto presentato dalla nuova società, siamo tranquilli sulle prospettive. L’impiantistica, purtroppo, è una nota dolente”.