Dal prossimo 30 giugno Pietro Lo Monaco non sarà più il presidente dell'Acr Messina. "Dopo tre anni non intendo più continuare a Messina, ho esaurito tutte le mie risorse personali", ha dichiarato il presidente del sodalizio giallorosso, "sotto la mia gestione ha potuto constatare solamente una risposta inadeguata da parte della piazza: i veri tifosi sono i 400 che seguono il Messina in ogni categoria con l'esclusione dei delinquenti protagonisti degli atti vandalici post derby. Lascio la squadra nelle mani del sindaco, ci penserà il primo cittadino a trovare gli imprenditori giusti per poter continuare a fare calcio in città. Cedo gratuitamente la società, aspetto solamente che qualcuno si faccia avanti".
"Sono io l’unico responsabile della retrocessione in serie D; in Lega Pro esistono due distinti campionati, quello dei conti e quello del campo: il primo l’abbiamo stravinto e per tale ragione il Messina è in pole position per un ripescaggio. Per quanto concerne l’aspetto tecnico posso dire che questo risultato è figlio di una stagione particolarmente tribolata: i giocatori a nostra disposizione possedevano enormi lacune dal punto di vista caratteriale, sarebbero stati inadeguati anche per un campionato di Prima Categoria. Voglio ricordare a tutti che parliamo della mia prima retrocessione in carriera in quarant'anni di calcio. Quando parlo di risposta della piazza devo fornire necessariamente alcuni dati: il Messina ha stabilito il record di multe subite, il cui ammontare è praticamente superiore agli incassi. Non abbiamo mai ricevuto il supporto dell’Amministrazione Comunale, dal primo cittadino e dalla sua Giunta ci sono arrivate solo chiacchiere e promesse: quel parvenu del sindaco cerca solamente la ribalta nelle grandi occasioni, abbiamo svolto l’attività agonistica da abusivi con una convenzione firmata solamente a fine marzo. Spero vivamente che nei prossimi giorni si faccia avanti qualcuno per rilevare questa società: iscriverò comunque la squadra in serie D per recuperare alcuni crediti dalla federazione, ma non mi occuperò più in alcun modo della parte gestionale. In tre anni ho dilapidato il mio patrimonio personale, per quanto mi riguarda non ci sono più i presupposti per continuare. Lascio il Messina con i conti perfettamente in ordine: al mio arrivo sono stato assalito da decine di creditori veri o presunti, triste eredità delle gestioni precedenti, oggi parliamo di una società sana sotto tutti i punti di vista. Tutto ciò è comunque avvenuto senza una vera risposta da parte della piazza: pochi abbonamenti nonostante le due promozioni consecutive ed incassi settimanali ridicoli per una città come Messina; probabilmente avrei dovuto lasciare prima, sono stato lasciato solo con mille incombenze da risolvere, dallo stadio ai campi per gli allenamenti".
In conclusione spazio anche a riflessioni strettamente personali sulla propria avventura in riva allo Stretto: "A cuore aperto posso dire di non essere mai stato il vero Lo Monaco in questi tre anni: troppe problematiche politiche e burocratiche per pensare solamente al calcio. Il vero Lo Monaco avrebbe portato comunque la squadra a giocare i playout a Torre Annunziata con tutte le conseguenze del caso; troppe nefandezze da parte della Lega Pro, la Reggina ha goduto della restituzione di quasi tutti i punti di penalizzazione sopravvivendo praticamente a due retrocessioni. Abbiamo commesso tanti errori, ma siamo anche stati vittime di un sistema allo sbando. Ora spero di tornare a fare il mio lavoro di direttore generale nella speranza che il Messina possa trovare il soggetto giusto per andare avanti in Lega Pro".
Domenico Colosi