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Calendagosto: feste e sagre rendendo grazie a Demetra

Al profano non dice nulla la data dell’1 Agosto, ma certamente non sarà difficile notare l’improvvisa esplosione di sagre collocate nei primi giorni del mese. Non è solo perché è estate, anzi è soprattutto perché è Calendagosto (“Calende d’Agosto” ossia il primo giorno del mese). Si tratta di una festività ancestrale rintracciabile in tutte le tradizioni europee (e oltre) che i calendarî religiosi neopagani annoverano ancora come Lughnasadh (“Assemblea di Lugo”) o Lammas (“Messa del Pane”), una delle otto festività ancestrali occultate da ricorrenze cristiane.

Dalle nostre parti la solennità è scomparsa in quanto tale, assorbita e sostituita dal Ferragosto, tanto da non avere un vero e proprio nome. In effetti, in Irlanda l’1 si commemora il dio-re solare Lugo che celebra i funerali della madre adottiva con giochi sacri; parimenti sulla sommità della Vara dell’Assunta ecco il dio-re che lancia la propria madre terrena verso le altezze celesti, ricalcando l’apoteosi di Semele, madre di Dioniso Bacco.

Invero, nella nostra area geografica il legame liturgico è con il mito di Persefone. Ella, rapita nelle acque del Pergusa da Plutone innamorato di lei e portata nel suo regno infero, viene cercata ovunque e invano dalla madre disperata, la signora della terra Demetra, perciò la natura non dà più frutti. Zeus allora interviene e dalla sua mediazione scaturisce un patto: una parte dell’anno Persefone trascorrerà sotto la terra con Plutone e un’altra parte sopra di essa con Demetra. In questo modo nacquero le stagioni, influenzate dalla presenza o dall’assenza della Figlia al fianco della Madre.

Nonostante tutto, tracce indipendenti dell’arcaico Calendagosto sono rimaste nell’inconscio collettivo siciliano e di conseguenza nelle usanze: sagre d’ogni tipo si concentrano nei primi giorni d’Agosto, ma le più rilevanti sono quelle dedicate al raccolto dei campi, appena mietuto e trasformato in alimento.

Prima fra tutte le manifestazioni va nominata la Sagra della Spiga e Festa dî Burgisi a Gangi, la più autentica celebrazione di Calendagosto, che si articola in molti e diversi eventi di più giornate e al culmine vede comparire le dee Persefone e Demetra personificate, vere patrone delle produzioni granarie, al termine d’un suggestivo corteo di figure divine. Una menzione va fatta anche della Festa di San Sebastiano a Palazzolo Acreide ove sfila un Carro del Pane con lo scopo di raccogliere collure offerte in voto.

Vale la pena di menzionare i cibi celebrati nelle varie sagre. Apre (Palazzo Adriano esattamente giorno 1) la cuccìa, una pietanza a base di grano, fave e ceci cotti nel vino, associata alla ricorrenza di Santa Lucia, la controfigura cristiana di Persefone; il grano in generale (a Petralia Soprana), la spiga celebrata dal lavoro dei campi alla preparazione dei suoi varî derivati; il pane casereccio (a Valderice), il sovrano dei pasti granari, sinonimo stesso di cibo; la pasta fresca (ad Alcamo), il secondo più diffuso alimento frumentario al mondo che può essere gustato in molte forme e sapori, come li gnocculi (a Petrosino) serviti con sugo di carni o di pesce, i maccheroni (a Librizzi e a Raccuja), che sono notoriamente la forma di pasta più antica, cucinati con sugo e ricotta, e la sua particolare declinazione trapanese, le busiate (a Calatafimi Segesta e a Salemi) preparate a mano; il cuscus al brodo di pesce (a Mazara del Vallo); la ‘mbriulata (a Milena), un rotolo di pasta sfoglia arricchito da formaggio, olive, cipolle, patate e frittole di maiale; le siringate (a Santa Margherita di Belice), il dolce caratteristico agrigentino costituito da un impasto fritto di farina e ricotta cosparso di miele; la pasta à taianu (Cefalù), complicata pietanza di pasta preparata a strati in recipiente di terracotta con melanzane fritte sfilacciate, pecorino e ragù d’agnello e manzo. E si potrebbero nominare anche sagre incentrate su frutta, carni e pescagione, declinazioni d’un diverso tipo di pienezza stagionale, poiché è una festa dell’abbondanza.

A quello gastronomico si affianca il carattere ludico, prevalentemente vissuto attraverso rievocazioni medievali, come i palî, anche questi in parte oggi agganciati al Ferragosto; ma meritano un’esposizione a parte.

Potere dare finalmente un nome comune a tutte queste manifestazioni tradizionali sarebbe un’ottima cosa, ma forse per ora non ha più di tanta importanza, purché le usanze vengano conservate. Per il momento, possiamo accontentarci delle ottime pietanze siciliane preparate rendendo grazie a Demetra.

Buon Calendagosto!