MESSINA – L’onorevole Tommaso Calderone, deputato alla Camera in quota Forza Italia e componente della commissione giustizia, ha visitato il carcere di Gazzi. Lo ha comunicato la sigla sindacale Osapp, che ha spiegato come lo scopo della vita fosse quello di verificare le condizioni all’interno delle case circondariali e l’esito della sperimentazione “finalizzata a promuovere un intervento per il benessere nel contesto penitenziario”.
L’Osapp spiega che “da i dati che emergono da questa esperienza risulta l’assoluta negatività che ne è maturata da essa, sia per la popolazione detenuta che, anche e soprattutto, per l’amministrazione penitenziaria. Il motivo principale del fallimento è da imputare alle carenze strutturali dell’istituto, che impediscono di poter svolgere quel tipo di lavoro proposto nella sperimentazione, sono tangibili le difficoltà che ne derivano basti pensare che quattro diverse tipologie di detenuti si sono trovate nel medesimo reparto. Da queste limitatezze strutturali sono scaturite troppe problematiche inerenti all’organizzazione del lavoro, sia per quanto riguarda il comparto sicurezza che in ugual modo quello amministrativo”.
Il sindacato sottolinea “la difficoltà provata dalle unità di Polizia Penitenziaria che prestano servizio nei reparti detentivi, come si evince dai numerosi eventi critici segnalati, si tratta di aggressioni fisiche dove gli agenti di polizia penitenziaria sono stati percossi e picchiati, da uno o addirittura più detenuti. Episodi
di violenza gratuita ai danni degli agenti, episodi, ormai sempre più frequenti”.
Lo spiega il delegato regionale Carmelo Cutropia: “L’Osapp non è più disposta ad assistere inerme a fatti così violenti e pericolosi nei confronti del personale di polizia penitenziaria. E chiede che vengano adottati, come d’altronde è previsto, i provvedimenti mirati alla tutela dei lavoratori. Pertanto si chiede, visto il fallimento della sperimentazione, pagato dal personale di polizia con le ennesime aggressioni a danno dei nostri poliziotti, costretti a contrastare la furia aggressiva di alcuni detenuti del reparto ordine e sicurezza, di gestire in maniera più confacente tale progetto perché diverse tipologie di detenuti non
possono coesistere nello stesso reparto. La situazione nell’Istituto di Messina è di grave disagio, il personale si sente letteralmente abbandonato, gli agenti lavorano senza sosta tra mille difficoltà”.
Per questi motivi, il delegato Cutropia rivolge “un grande plauso agli agenti di polizia penitenziaria, che nonostante le innumerevoli problematiche, svolgono il proprio compito con professionalità ed abnegazione. L’Istituto ha bisogno che si riorganizzino tutti i processi lavorativi, ma ha soprattutto bisogno di fermare gli episodi di aggressioni dei detenuti facinorosi, facendo in modo che i responsabili vengano almeno trasferiti nell’immediatezza. Occorre dare un forte segnale alla popolazione detenuta, al fine di evitare analoghi gesti a danno di uomini e donne del corpo della Polizia Penitenziaria”.