La nostra Costituzione è fondata su una concezione del lavoro sconosciuta al sindaco De Luca alle crociate. Sull’idea di lavoro utilizzata nella vicenda del custode del Santamaria l’accusa del sindaco è di essere un parassita, mentre nelle accuse ai sindacati c’è la contestazione di voler privilegiare il lavoro clientelare.
L’ambiguità paradossale del sindaco si palesa nell’attacco allo spettatore nella parte dell’attore, un’autoironia involontaria con effetti controproducenti. Il sindaco s’è accorto d’essersi dato la zappa sui piedi giurando sull’imparzialità dell’inaffidabile magistratura? In questa vicenda i motivi della demagogia si sono imposti sulla deontologia dell’imprenditore.
L’efficienza di qualsiasi struttura e la sua economicità si si commisurano sulla capacità di realizzarne le potenzialità. Il campo di atletica Santamaria è frequentato da una percentualità di utenti molto al di sotto di quanti ne potrebbe soddisfare. I servizi necessari alla sua funzione: la pulizia costante degli spogliatoi, la protezione e la manutenzione dell’impianto, la guida all’attività fisica degli utenti con l’impiego di operatori qualificati, la sorveglianza dei comportamenti a protezione della sicurezza di tutti, richiedono una gestione programmata e finanziata, augurabile e benedetta per i vantaggi alla salute ealla socialità.
Quindi accollare l’insuccesso del servizio e il degrado dell’impianto al disimpegno di un solo operatore additandolo al pubblico ludibrio, è una mistificazione vile per la sofferenza ingiustamente causata e rivelatrice di politiche impopolari.
Le parole del poeta segnalano il pericolo della ambizione di voler esser tutto: “Dimmi tu, che pur sei mezzo algebrista:Come avvien questo? Tu sei mezzo critico, mezzo sacro dottor, mezzo ellenista, mezzo spartano, mezzo sibaritico, mezzo poeta, mezzo freddurista. mezzo frate, mezz’uomo, mezzo politico.Come,in tante metà nulla è d’intero? Come tutte sommate fanno zero? “
Carlo Callegari