Era il 16 febbraio del 1930, forse a Camaro Superiore pioveva ma certamente il sole era nel cuore di quella suora fanciulla che tornava alla casa del Padre, Suor Maria Francesca Giannetto (oggi serva di Dio).
Aveva solo 28 anni quando Dio la volle con sé per sempre. Giovane di rare virtù, fu esempio sublime di appartenenza a Cristo. Tanti i dolori che intaccarono la sua esistenza (la morte prematura della sorella e poi del padre) ma mai perse la stella cometa che la rese modello di vita, anzi ne fu rafforzata.
Nata a Camaro Superiore nel 1902 da famiglia semplice e molto religiosa, visse con vocazione il Vangelo nelle figlie di Maria Immacolata. Malata di tisi, chiese di essere sepolta con la corona del Rosario e il libro della congregazione. Sul suo corpo, una palma e un giglio (quest’ultimo portato da una signora non identificata come fosse un angelo).
Dopo poco meno di un anno dalla dipartita, per una ricognizione canonica, il corpo fu trovato intatto, la palma e il giglio sembravano adagiati da poco. Le sue ultime parole: “Amate Gesù: gli amori della terra, non ordinati a lui, sono vani. Venite nella volontà di Dio, specialmente nelle cose avverse, amate il sacrificio; la via del sacrificio è la via del cielo”. La breve vita di suor Francesca sia esempio perenne. Amor gignit amorem.
(Rosario Soraci)