Un “arrivederci e grazie”. Volendo essere molto sintetici si può riassumere in questo modo il comunicato stampa pubblicato sul sito di Messinambiente con cui la società congeda il suo storico ex liquidatore Armando Di Maria. Da oggi Di Maria non ha più alcun ruolo all’interno della partecipata che gestisce i rifiuti cittadini. Per uno che va ce n’è però uno che arriva e domani ci sarà una conferenza stampa per presentare la collaborazione gratuita per Messinambiente dell'imprenditore emiliano Claudio Tedeschi e l'avvio del lavoro per la migliore valorizzazione dei rifiuti elettrici ed elettronici.
Dopo le dimissioni e i nuovi arrivi in via Dogali, Di Maria aveva firmato un contratto di sei mesi come consulente per aiutare la nuova governance retta da Alessio Ciacci a traghettare l’azienda dal vecchio al nuovo corso. Da quel contratto però sono passati solo tre mesi. Evidentemente l’ex liquidatore non serviva più, anche se le motivazioni illustrate nel comunicato ufficiale non fanno trasparire nulla di negativo in questo provvedimento, anzi tutt’altro.
Si ricorda che dopo il passaggio di consegne l’azienda, per non ingenerare nessun disservizio, anche su indicazione della Città di Messina, decideva di chiedere al precedente liquidatore di redigere una sua proposta sulla riorganizzazione del servizio affidandogli un incarico per sei mesi. A quanto pare però Di Maria sarebbe stato fin troppo bravo e solerte nello svolgere questo compito. E così, continua il comunicato, “oggi concordemente Alessio Ciacci e Armando Di Maria hanno fatto il punto della situazione esaminando le proposte ed i progetti presentati e nell’esprimere soddisfazione reciproca per i risultati raggiunti, pur nella difficoltà della situazione, hanno ritenuto concluso il passaggio di consegne trai due liquidatori e l’incarico progettuale. A tre mesi, dunque, dalla nomina di un nuovo liquidatore, come Alessio Ciacci, si esprime soddisfazione per aver concluso proficuamente il passaggio di consegne, prima della scadenza fissata ad ottobre, utile ad avviare una fase di riorganizzazione dell'azienda”.
In merito a tale fase operativa Alessio Ciacci dichiara: “Armando di Maria ha gestito l’azienda in un momento difficile e con poche risorse, lo ringraziamo per il suo impegno e la sua abnegazione e per aver consentito al nuovo vertice aziendale di capire i problemi di questa azienda. Gli facciamo gli auguri per il suo futuro professionale”.
Lo stesso Armando Di Maria, che ci tiene a rivolgere un saluto e un ringraziamento a tutto il personale che negli ultimi anni ha svolto con grande spirito di sacrifico e tra mille difficoltà il servizio, conferma: “Lascio l’azienda in buone mani, in queste settimane ho avuto modo di conoscere e apprezzare Alessio Ciacci e tutto lo staff, sono sicuro di un risultato positivo in cui, con l’aiuto dell’amministrazione comunale si riuscirà a portare fuori l’azienda dall’emergenza economica e ambientale”.
Dunque tutti d’accordo e tutti soddisfatti, almeno così emerge dal comunicato stampa. Inevitabile però ipotizzare che dietro questa decisione ci sia stata la precisa volontà di chiudere totalmente con il passato e con la vecchia gestione che Di Maria continuava a rappresentare. Nonostante gli attestati di stima ed i ringraziamenti che ad esempio anche l’assessore Daniele Ialacqua gli aveva tributato, per Di Maria la vita a Messinambiente si è chiusa molto prima di quanto era stato stabilito.
Oggi, guardando indietro alle vicende degli ultimi mesi, questo epilogo appare quasi scontato. Dalle dimissioni arrivate il 19 marzo, dimissioni che a Palazzo Zanca non colsero nessuno alla sprovvista e che portarono alla nomina di Alessio Ciacci esattamente nello stesso pomeriggio, il passo è stato brevissimo. L’amministrazione aveva assicurato che Di Maria non sarebbe stato messo alla porta perché con grande impegno e sacrificio aveva comunque fino a quel momento retto le sorti di un’azienda disastrata e garantito i servizi. Arrivò il contratto di sei mesi da consulente. E adesso i ringraziamenti e la firma che sancisce la fine di questo incarico. Ciò che in questi mesi è stato evidente è che accanto a Ciacci abbiamo sempre visto l’altro consulente contrattualizzato, il suo braccio destro Rapahel Rossi e mai Armando Di Maria. All’ex liquidatore, adesso, degli anni alla guida della partecipata rimangono sulle spalle ben sette processi penali e forse un po’ di amarezza.
Francesca Stornante