“Il deposito costiero di gas naturale liquefatto a Messina sembrava fosse una semplice ipotesi, si attendeva l’apertura di un dibattito cittadino ed invece ecco la proposta che non sembra ammettere alcuna osservazione o dubbio”.
Così Cambiamo Messina dal basso. “Ma non si era impegnata l’Italia, firmando gli accordi di Parigi nel 2015 e di Glasgow nel 2021, a ridurre sensibilmente il ricorso alle fonti fossili come gas, petrolio, carbone? E non avevamo modificato a febbraio scorso la Costituzione Italiana mettendo addirittura la tutela ambientale tra i principi fondamentali del nostro testo costituzionale? Il proliferare di depositi e rigassificatori non ci fa uscire più dal gas. Importiamo il 95% del gas ed il nuovo gnl verrà per la gran parte dagli Usa aumentando la nostra dipendenza”.
“Come mai l’Autorità Portuale di Messina, che ha voluto sentire la città per il fronte mare compreso tra Boccetta e Annunziata, non ha sentito il dovere di ascoltare la città per un’opera tra le più a rischio per i luoghi abitati che sorgono nei suoi pressi e che va in contrasto con le politiche contro i cambiamenti climatici? Il futuro della navigazione tra le due sponde dello Stretto di Messina è l’alimentazione elettrica dei mezzi navali e non il gas, così come si fa già nei paesi baltici. La guerra russo ucraina ha evidenziato i ritardi della transizione ecologica nel nostro Paese, ma non si può e non si deve perdere altro tempo ed opere come mega depositi costieri e rigassificatori ci fanno tornare indietro”.