cronaca

Cantante muore dopo il parto, medici assolti

MESSINA – Si chiude con l’assoluzione di tutti i medici il processo per la morte di Lavinia Marano, la cantante messinese spirata poco dopo aver dato alla luce il figlio, nel 2016. La Corte d’Appello di Messina (presidente Blatti), hanno assolto “perché il fatto non costituisce reato” i medici che in primo grado erano stati condannati ad un anno per omicidio colposo, ovvero i dottori Onofrio Triolo, Vittorio Palmara, Antonio Denaro e Roberta Granese. I giudici, sulla scorta di parte delle perizie dei consulenti che hanno riesaminato il caso proprio durante il processo di secondo grado, hanno applicato la legge Balduzzi che depenalizza la colpa lieve del sanitario, ed evidentemente, in attesa delle motivazioni, è stata accolta la tesi secondo la quale i medici che si occuparono di Lavinia si erano attenuti alle linee guida.

La sentenza

La battaglia della famiglia, che in questi anni ha portato avanti diverse manifestazioni e animato un vero e proprio comitato civico per chiedere giustizia sul caso di Lavinia, potrebbe quindi andare avanti in sede civile. Resta aperta infatti la questione dei risarcimenti, da quantificare davanti al giudice civile appunto, perché se pur non penale e lieve la responsabilità dei sanitari resta confermata.

La Corte d’appello ha anche rigettato gli altri appelli, in particolare quello della Procura che aveva chiesto l’incolpazione dei sanitari invece assolti già in primo grado, per i quali viene quindi confermata in secondo grado l’assoluzione.

Neo mamma a 44 anni

Lavinia, molto conosciuta in città per la sua attività di cantante, si è spenta a 44 anni poco dopo aver dato alla luce l’agognato primo figlio. Francesco è venuto alla luce alla fine di una giornata che sembrava perfetta: il piccolo stava bene e anche per la mamma all’inizio sembrava in ottime condizioni anche se, pur avendo scelto il parto naturale, aveva dovuto optare per il cesareo. In nottata invece la donna è stata colpita da fortissimi malori, poi l’ultimo respiro in Rianimazione, all’alba della mattina dopo.

Gli imputati sono stati difesi dagli avvocati Daniela Agnello, Carlo Autru Ryolo, Tommaso Autru Riolo, Diego Foti, Benedetto Calpona, Emanuela Trimarchi, Ettore Cappuccio, Francesco Rizzo, Giuseppe Carrabba, Giuseppe Santilano, Benedetto Calpona, Maurizio Cacace, Flavia Maria Buzzanca e Agatino Bellomo, mentre la famiglia di Lavinia è assistita dagli avvocati Nunzio Rosso, Franco Rosso e Giovanni Caroè.