cronaca

Cantante muore dopo il parto. “Sentenza deludente, Lavinia poteva salvarsi”

MESSINA – Lascia l’amaro in bocca non soltanto alla famiglia la sentenza della Corte d’Appello che ha assolto i medici imputati dalla responsabilità penale per la morte di Lavinia Marano, la 44enne scomparsa subito dopo aver dato alla luce il figlio, nel 2016.

La sentenza

I giudici di secondo grado hanno ritenuto lieve la colpa dei medici, o meglio il loro ruolo nelle complicanze che hanno portato la donna alla morte. Applicando la legge Balduzzi, l’imputazione penale per i sanitari del Policlinico è perciò caduta. Il giudizio di responsabilità, pur ridimensionato, è rimasto confermato. In sede civile, perciò, i familiari possono sperare nei risarcimenti (leggi qui LA SENTENZA)

Questo il commento dell’avvocato Giovanni Caroè, che ha assistito i familiari della cantante, insieme ai colleghi Nunzio e Franco Rosso, lungo tutta la battaglia legale.

Il commento del legale

“Un simile provvedimento decisorio ci lascia certamente delusi. Ciò in virtù del fatto che abbiamo sempre sostenuto e, ne siamo pienamente convinti, che la povera Lavinia è morta a causa di comportamenti da parte dei condannati, da noi ritenuti gravi. Tuttavia, se pur a malincuore, rispettiamo le determinazioni dei Giudici della Corte ed evidenziamo che il dispositivo sancisce la colpa dei sanitari, pertanto possiamo affermare che Lavinia è morta per colpa dei sanitari condannati, seppur ritenuta lieve. Senza questi comportamenti colposi la ragazza sarebbe ancora tra noi… questo non dimentichiamolo. Aggiungiamo, infine, che la sentenza di secondo grado lascia intatte le statuizioni civili, per cui il Policlinico Universitario ed i quattro imputati rimangono responsabili, in solido, per il risarcimento dei danni da liquidarsi in separata sede.”