Non cercano più alcun dialogo con l’azienda perché fino ad oggi non hanno ottenuto granché. Adesso, per scongiurare quella che temono si possa trasformare in una nuova emergenza occupazionale per la città, Orsa e Cub si rivolgono direttamente ad Autorità Portuale ed Ente Porto perché così forse potranno avere le risposte che aspettano. L’allarme lo avevano lanciato la scorsa settimana, denunciando una situazione preoccupante all’interno dei Cantieri Palumbo. I due sindacati avevano puntato l’attenzione sulla quasi totale improduttività del sito messinese e non avevano celato serie preoccupazioni per gli operai. “Si attendevano investimenti e nuove assunzioni e invece si parla sempre e solo di cassa integrazione” avevano detto Mariano Massaro, segretario regionale dell’Orsa ed Enzo Bertuccelli, segretario Cub.
Oggi si sono riuniti di nuovo, a Palazzo dei Leoni, insieme ai lavoratori dei Cantieri Palumbo per spiegare da dove nascono certi timori e per chiedere chiarezza. Il timore più forte è che i cantieri messinesi vengano sacrificati in favore della altre due realtà produttive di Malta e Napoli. “La “micro attività” che la Palumbo indirizza a Messina non tarderà a creare l’ennesimo allarme occupazionale, le piccole riparazioni saltuarie che impiegano pochi lavoratori per qualche settimana non corrispondono alle promesse di sviluppo, produzione e incremento dei livelli occupazionali che l’imprenditore napoletano ha promesso e sottoscritto in fase di gara d’appalto per la concessione del cantiere. In un cantiere destinato alle riparazioni la crisi non è attenuante plausibile visto che gli armatori attualmente evitano di costruire navi nuove e per forza di cose sono costretti a riparare le loro vecchie unità, il lavoro c’è ma il grosso della produzione viene dirottato verso Malta mentre Messina sembra destinata alla stasi programmata, un sito da far vivacchiare senza grosse pretese, solo per evitare che finisca in mano alla concorrenza” hanno detto oggi Massaro e Bertuccelli.
I due sindacalisti sono tornati anche a sottolineare che la società non ha rispettato gli accordi inseriti nel capitolato d’appalto che prevedevano 167 assunzioni e circa 15 milioni di euro di investimenti. “Messina ha concesso alla Palumbo un prezioso sito produttivo chiedendo in cambio sviluppo e lavoro ma l’impegno dell’imprenditore ad oggi risulta inevaso”. Per questo Orsa e Cub ricordano ad Autorità Portuale ed Ente Porto che non possono più esimersi dal loro compito, nella qualità di proprietari e committenti dell’appalto hanno il dovere verso la città di presentare il conto e pretendere produzione, assunzioni e investimenti.
“Non è tollerabile che la storia della cantieristica messinese finisca relegata al ruolo di cenerentola del triangolo produttivo della Palumbo (Malta, Napoli, Messina), la nostra città vive di mare e navi, se non si riesce a creare opportunità occupazionali nel campo della cantieristica è veramente l’anticamera del fallimento generale e le istituzioni sorde ne saranno consapevoli artefici”.
Intanto proprio l'Autorità portuale ha convocato un incontro con lavoratori e sindacati fissato per il prossimo giovedì. Non resta dunque che aspettare.
Anche la Cisl punta i riflettori sui Cantieri Palumbo. Dal Direttivo della Fim il segretario Nino Alibrandi ha annunciato l’intenzione della Fim Cisl di Messina di costituirsi parte civile nel procedimento che vede i vertici del Cantiere Palumbo indagati nella vicenda dello smaltimento di rifiuti tossici. “Non vogliamo sia strumentalizzato – ha aggiunto Nino Alibrandi – perciò saremo chiari: è una decisione presa solo ed esclusivamente a difesa e tutela dei lavoratori che operano all’interno del Cantiere e della collettività”.