Crocetta non firma l’ordinanza, chiuse le discariche. E’ di nuovo emergenza

Da un’emergenza all’altra. Di continuo. Come se non bastassero i problemi dei rifiuti in città, ecco che puntualmente arriva la tegola da Palermo che fa ripiombare Messina ancor di più nel baratro. Il presidente della Regione Rosario Crocetta ieri non ha firmato il rinnovo dell’ordinanza contingibile e urgente che autorizza al conferimento dei rifiuti in discarica e tutti gli impianti siciliani la scorsa notte hanno dovuto chiudere i cancelli. Senza avviso, senza comunicazione alcuna. E così, come già era successo già un anno fa, i mezzi di Messinambiente sono rimasti fermi per diverse ore a Lentini, pieni di spazzatura da scaricare, bloccati davanti ad una discarica chiusa insieme ad almeno altri 40 autocompattatori di altri Comuni rimasti nelle stesse condizioni. Uno scenario che si è ripetuto uguale in tutta la Regione, con i camion carichi di immondizia che sono andati avanti e indietro per le autostrade siciliane.

Una situazione che adesso Messina pagherà a carissimo prezzo. La città infatti non è ancora uscita da un’emergenza che si trascina ormai da almeno un mese e adesso la spazzatura per strada si moltiplicherà. Circa 200 tonnellate sono rimaste ferme sui mezzi, la raccolta in città è saltata, mandando in tilt il piano di rientro che Messinambiente stava cercando di seguire per ripulire strade e cassonetti. Questa chiusura adesso rischia di trasformarsi in due settimane di disagi per i messinesi. Perché già la società di via Dogali stava faticando a rientrare dalla vecchia emergenza a cui adesso si aggiunge questa ennesima batosta. Tutto ciò in un clima di tensione legato al futuro di Messinambiente, alle difficoltà di una società che opera sotto la lente di ingrandimento del Tribunale fallimentare, con una procedura di concordato in via di definizione e con una nuova società che dovrebbe prenderne il posto ma che non riesce a nascere. Un caos rifiuti tutto siciliano, scandito da continue ordinanze urgenti e proroghe, chiusure e disagi pagati soprattutto dai cittadini.

Francesca Stornante