Un corteo contro corruzione e malaffare: un fiume di colori in città

«Il nostro Paese ha bisogno di ponti che allargano le coscienze e traghettano le speranze», è questo il messaggio che Don Luigi Ciotti, il presidente di Libera, lancia dal palco allestito a piazza Duomo, mentre la coda del corteo rallenta fino ad arrestarsi lungo la via I Settembre. Un fiume interminabile di persone, colori e suoni ha attraversato oggi, a maglie strette, le strade principale della città.
Una marcia lenta scandita da attimi di euforia al ritmo dei Modena City Ramblers e da momenti di silenzio solenne, profondo, rotto soltanto da una voce amplificata che da un megafono scandiva uno ad uno i nomi delle vittime innocenti delle mafie.
Centinaia di bandiere accarezzate dal vento fresco, mitigato dal calore del primo sole primaverile, hanno accompagnato i passi degli uomini e delle donne che hanno sfilato per rinnovare il proprio impegno nella lotta al malaffare. Migliaia i giovani scesi in piazza per manifestare il proprio sdegno, la rabbia, per inseguire un sogno: sconfiggere le mafie e tutte le forme di corruzione.
«Fuori la mafia dallo stato!» Ecco il grido lanciato dai ragazzi delle scuole, radunati dietro una miriade di striscioni, mostrati con orgoglio proprio dagli studenti, accorsi soprattutto dalla Sicilia e dalla Calabria. Solo una piccola parte i messinesi che, sorpresi da una moltitudine inusuale di persone, sono stati incoraggiati dai ragazzi più grandi di una delegazione di Modena, la quale, dopo aver partecipato alla manifestazione di Bologna del 2015, un evento dai numeri record, “da tsunami” per usare le loro parole, voleva far sentire sulle spalle dei “più piccoli” tutto il peso dell’esperienza.
Le decine di pullman allineate tra piazza Unione Europea e piazza Unità d’Italia, testimoniavano la grande partecipazione all’evento. Sin da subito gli organizzatori hanno capito che piazza Juvara si sarebbe dimostrata insufficiente a contenere la marea di gente che convergeva sulla via Garibaldi. Basti pensare che il corte, a ranghi serrati, si stendeva per circa un chilometro.
E così, una volta schierata la testa del corteo davanti al Palazzo del Governo, si è dato il via all’abbraccio che Messina ha riservato ai familiari delle vittime innocenti, presenti in centinaia e protetti da cordoni di sicurezza organizzati dal servizio d’ordine di Libera e dai ragazzi scouts Agesci. Per loro, stamani, sveglia all’alba. «Nessun sacrificio, – dicono – ci sentiamo uniti nell’impegno e nell’entusiasmo».
A dividere i familiari dal resto del corteo, una bandiera della pace rivolta al cielo, talmente grande da coprire l’intera carreggiata. E poi i gonfaloni dei comuni, le scuole, i sindacati, le associazioni. Nomi e numeri contro le mafie. Spiccavano su questa tavolozza di colori accesi, le foto delle vittime che alcuni familiari stringevano al petto in ricordo della persona cara scomparsa, uccisa, a volte impunemente.
Un fiume interminabile di persone, colori e suoni sotto un cielo terso di primavera, così molti ricorderanno questo giorno. Da qui si riparte rinnovando l’impegno nella lotta alle mafie, con in testa l'eco dei nomi di coloro che si sono battuti in nome dell'onestà e in bocca la voce della giustizia.
Gabriele Quattrocchi