Capo d’Orlando – La relazione annuale del sindaco Franco Ingrillì non piace alla minoranza del consiglio comunale. “Mai più amministratori dall’Ego Iperbolico – commenta il gruppo CambiAmo Capo capeggiato da Renato Mangano – Una Storia di Fallimenti e Arroganza””.
I consiglieri comunali Mangano, Sandro Gazia, Teodolinda Liotta, Felice Scafidi, Giuseppe Truglio accendono i fari sul “macigno rappresentato da Tributi Locali alle Stelle e Servizi Essenziali ridotti all’osso, che graverà ancora per 18 anni sui singoli cittadini. Ci riferiamo al Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale messo a punto dall’Amministrazione Ingrillì per arginare “i debiti pregressi dell’Ente”, così scrive lo stesso sindaco, sottolineando gli sforzi compiuti per evitare il default e garantire la stabilità economica che dovrebbe impedire il naufragio della Città, bensì consentirne il traghettamento oltre il primo centenario.
Il sindaco ha fatto emergere che ormai gli stipendi vengono pagati regolarmente così come le fatture per le forniture dell’energia elettrica, proprio per marcare il “cambio di rotta” rispetto alle passate amministrazioni, nonché di voler parlare a tutti, con un linguaggio semplice, per essere compreso anche da coloro che ancora rifiutano di ammettere errori ed illegittimità causa dell’attuale grave situazione finanziaria del Comune di Capo d’Orlando, spiegano i consiglieri.
Inoltre, consapevole del contesto di sfide significative che popolazione ed amministratori si apprestano a fronteggiare, il Sindaco ha descritto il proprio ruolo come quello di un equilibrista impegnato a mantenere il Comune in bilico tra le difficoltà finanziarie e la necessità di fornire servizi essenziali ai cittadini.
Tuttavia, è emerso, a differenza di adesso, che il Sindaco avesse provato in passato a celare le responsabilità di coloro che l’avevano sostenuto politicamente, consegnando il Comune con le casse “vuote” , e che ne pretendevano una gestione incurante dei debiti accumulati. Questo atteggiamento ha sollevato preoccupazioni tra i cittadini e ha alimentato il dibattito pubblico sulla trasparenza e l’integrità dell’amministrazione comunale. Tanto è vero che nella Relazione è stato ritenuto opportuno scrivere: “[…] molti cittadini non comprendono che questo rappresenta il risultato più significativo di questa Amministrazione e forse non solo di questa, forse addirittura il più importante, ben oltre i pur rilevanti finanziamenti ottenuti come l’adeguamento dell’impianto di depurazione, le fognature di Scafa…”.
L’opposizione, dal canto suo, ha lavorato instancabilmente, già dalla scorsa consiliatura, per far emergere la reale situazione debitoria e promuovere la legalità.
Grazie all’impegno del gruppo “CambiAmo Capo” con la rinomata “Operazione Verità”, in continuità con l’incessante attività di controllo e indirizzo esercitata dalle precedenti minoranze consiliari, sono state portate alla luce le reiterate e gravissime irregolarità contabili, da rendere “inveritieri” i documenti finanziari, contribuendo così a ristabilire un clima di fiducia e trasparenza all’interno della comunità, che oggi fa tirare un sospiro di sollievo a quei consiglieri di maggioranza, che pensano di aver raccolto i frutti di “un duro lavoro”. Lavoro di chi?
Prima o poi qualcuno ammetterà apertamente che senza la qualificata e determinata attività ispettiva dei consiglieri comunali Mangano, Gazia, Liotta, Scafidi e Truglio, artefici dell’Operazione Verità, ancora i consiglieri di maggioranza starebbero votando bilanci non veritieri?
Tutto ciò certificato dalla Corte dei Conti con il Rendiconto 2019, e quindi non è più la nostra parola contro quella dei “Soloni” che ci volevano “inibire” e/o “ridicolizzare” per le estenuanti battaglie di legalità portate all’estremo.
A questo punto la domande è: qualcuno riuscirà a trovare le parole adatte per far comprendere ai cittadini il concetto di “Falso in Bilancio” stante che il Rendiconto è passato da un avanzo di amministrazione di circa € 700.000 euro ad un disavanzo di € 46.000.000 da ripianare in 20 anni?
Il Comune di Capo d’Orlando si trova ora a un bivio cruciale, da una parte ritornare nel baratro e dall’altra continuare con la “Rivoluzione Culturale” (altro che gentile!) al fine di affrontare le sfide finanziarie con onestà e responsabilità grazie alla collaborazione tra tutte le forze politiche e la partecipazione attiva dei cittadini, fondamentali per costruire un futuro sostenibile e prospero per la nostra comunità.
Siamo tutti d’accordo si spera, che a chi ha amministrato malamente la città non sarà nuovamente consegnato il timone dell’ “imbarcazione” (cioè di Capo d’Orlando) perchè non si metterebbe in salvo per una seconda volta e, comunque, ancora non abbiamo la certezza di essere salvi, l’ultima parola spetta alla Corte dei Conti che dovrà esprimersi sulla capacità economica del Comune di sostenere il Piano di Riequilibrio presentato.