Cronaca

Capo d’Orlando, sfruttavano lucciole migranti dello Sprar, 9 misure cautelari

E’ scattata all’alba l’operazione dei Carabinieri denominata Taxi Driver con 9 misure cautelari per altrettanti uomini di Capo d’Orlando accusati a vario titolo di favoreggiamento della prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso, marjuana, hashish e cocaina.

Hanno gli arresti domiciliari: Giuseppe Campisi, 65 anni (l’unico accusato di favoreggiamento della prostituzione), Giuseppe Vilardo (22), Stefano Calà Palmarino (22), Andrea Quartarà Agliolo (24), Andrea Scaffidi (32); obbligo di dimora, invece per: Cono Mangano (32), Giuseppina Chiaia (29), Maria Tindara Matracia (21), Gaetano Calogero Cambria Zurro (31).

Durante gli accertamenti a casa di Vilardo è stato sequestrato un chilo di marijuana.

L’inchiesta della sezione Operativa del Nucleo Operativo della Compagnia di Sant’Agata di Militello, ai comandi del maggiore Prosperi – e dei carabinieri della stazione orlandina è partita del 2018. Attraverso pedinamenti, intercettazioni telefoniche ed ambientali gli investigatori hanno ricostruito l’attività di Giuseppe Campisi, che aveva messo su una vera e propria attività di sfruttamento della prostituzione attraverso le donne migranti dello Sprar orlandino. Le donne si prostituivano in un appartamento del centro orlandino, procurato da Campisi Nelle conversazioni, il locale a luci rosse veniva denominato “cancello verde”.

Il 65enne, inoltre, aveva messo l’auto a disposizione di una rete di spacciatori che piazzavano marijuana, hashish ma anche cocaina lungo il litorale tirrenico, tra Sant’Agata e la costa saracena. L’uomo si era trasformato in un vero e proprio autista del gruppo, da qui il nome dell’operazione.

A firmare i provvedimenti cautelari è stato il Giudice per le indagini preliminari Eugelio Aliquò su richiesta dei sostituti Alice Parialò e Giorgia Orlando, che hanno coordinato l’inchiesta insieme al procuratore capo di Patti, Angelo Cavallo.