In occasione del Giubileo del 2000, il Comune provvide a dotare il Pilone di un impianto d’illuminazione artistica, con 32 fari, esaltandone la maestosità della struttura anche di notte e ottenendo così uno spettacolo molto suggestivo, visibile anche dalla sponda calabrese; sempre in quegli anni, a seguito di concorso internazionale d’idee, l’Amministrazione comunale di Messina ha individuato nella proposta “Staccando l’ombra da terra”, del gruppo Jean Pierre Buffi, Pier Paolo Balbo di Vinadio, Antonella Versaci, Sergio De Cola etc., la soluzione più idonea per la valorizzazione turistica dell’intero comprensorio compresa la rifunzionalizzazione.
A ricordarlo, in una lettera al sindaco Accorinti, è la consigliera comunale Daniela Faranda. “Di quel progetto, purtroppo – scrive – in maniera sconsiderata e irresponsabile, è stato attuato solo uno stralcio che ha raggiunto … l’ eccezionale obiettivo (!) di interdire al visitatore, per centinaia di metri, la splendida visione dello Stretto”.
Nel 2006, poi, ne è stata consentita al pubblico, per un paio di stagioni, la visita con “la scalata” dei suoi 1.250 gradini per raggiungere la piattaforma più alta, sospesa a 225 metri di altezza dalla quale è stato possibile ammirare uno dei più suggestivi panorami del mondo.
Un’esperienza mai più riproposta. Era stata programmata anche la sostituzione del vecchio montacarichi con un nuovo ascensore. Nulla di tutto ciò, quella parte della Riserva di Capo Peloro è adesso abbandonata al degrado e sul pilone si intravedono i primi segni di ruggine, visto che l’ultima riverniciatura e gli interventi di manutenzione risalgono al 2001.
Per questo la Faranda chiede al sindaco Accorinti di sapere se siano stati fatti interventi di manutenzione, se siano stati richiesti finanziamenti, se sia stato disposto un accertamento tecnico sulle condizioni del Pilone e se sono in programma interventi di riqualificazione.