MESSINA – Tiene la bocca chiusa Nunzio Parisi. Il patron delle case di riposo e le coop sociali finite al centro dell’inchiesta della Guardia di Finanza sul caporalato è comparso stamani davanti al giudice Claudia Misale che ne ha disposto l’arresto, ma ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Bocca cucita anche per la sorella Grazia, che ha l’obbligo di firma, mentre gli altri familiari, in particolare i figli, hanno affrontato l’interrogatorio di garanzia con un altro atteggiamento.
Hanno quindi risposto alle domande del giudice ed alle richieste di chiarimento del sostituto procuratore Francesca Bonanzinga, titolare del caso, fornendo la loro versione dei fatti e difendendosi dalle accuse più gravi, legate al trattamento dei dipendenti.
Nessuno di loro ha depositato documenti o avanzato istanza di liberazione. Al momento, quindi, dal punto di vista cautelare si va avanti negli accertamenti “a bocce ferme”. Rinviato a lunedì, invece, l’interrogatorio di Maria Ausilia Malaponti, la commercialista anche lei andata all’obbligo di firma, che stampava le buste paga per il gruppo. Scontato che si difenderà: ha infatti preannunciato che depositerà alcuni documenti che la scagionerebbero.
Nelle difese sono impegnati gli avvocati Salvatore Silvestro e Bonaventura Candido.