Politica

Carenza di medici tra 118 e pronto soccorso: “L’area emergenza-urgenza non è più appetibile”

MESSINA – Uno dei problemi cruciali non solo di Messina ma dell’intera Regione Siciliana e forse di tutta Italia è legato alla carenza di medici d’emergenza. Tanto le ambulanze del 118 quanto i pronto soccorso delle strutture ospedaliere hanno grossi problemi legati alla mancanza di personale, con un ricambio generazionale mai completato fino in fondo e un’età media sempre più alta tra i medici e gli infermieri. Se n’è parlato anche in quarta commissione consiliare, con la presidente Rosaria Di Ciuccio a invitare in aula il responsabile del SUES 118, il dottor Vincenzo Picciolo, in rappresentanza dell’Asp, e l’assessora al ramo, Alessandra Calafiore.

“L’emergenza-urgenza non è più appetibile”

Picciolo ha spiegato in apertura di lavori: “Il nostro compito è fare la ricognizione due volte l’anno e mettere i posti in mobilità. Quelli che restano vanno trasmessi dall’assessorato. Ma poi non vengono occupati e succede anche nei pronto soccorso, tanto che a Barcellona non sta partendo per carenza di medici. Possiamo illustrare tutte le problematiche, ma di fatto il tema è che l’area dell’emergenza-urgenza non è più appetibile come 10 anni fa”.

Calafiore: “Non si può sopperire col Pnrr”

L’assessora alle Politiche sociali Alessandra Calafiore ha poi dichiarato: “La tematica è di grande rilevanza e attualità e lo sarà sempre di più. Da una parte non ci sono medici che ritengono questo servizio appetibile e dall’altra chi svolge questo servizio ha un’età sempre più avanzata. I medici attualmente in servizio hanno un’età media superiore ai 60 anni e parliamo di un lavoro usurante, che non si può far continuare per molto. Io non ritengo che la strada delle strutture di comunità da creare col Pnrr possa essere una soluzione. Saranno punti di riferimento ma non si può sopperire così”.

Ma la stessa assessora poi spiega: “Bisogna lavorare tutti insieme per trovare una vera soluzione, chiamando in casa anche la depurazione nazionale. Tanti cittadini resteranno senza medici, non si potrà garantire un servizio costante, ci saranno sempre più ambulanze che non sono medicalizzate”. Un problema di difficile risoluzione, ma di fondamentale importanza.