Nel blog quotidiano in cui siamo immersi prevale il circo mediatico. Allora il matrimonio a pezzi di Ilary e Totti diventa più importante della guerra in Ucraina. O l’ennesima strage nel Mediterraneo passa inosservata mentre assisitiamo alla singolare “guerra” della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, alla puntata di Peppa Pig con le due mamme. Lo sguardo sui retroscena della corona soppianta ogni approfondimento. Siamo poveri in canna ma felici di ottenere le briciole d’informazione sugli ultimi retroscena di vip e presunti tali.
Allora giù con ondate d’informazione su Carlo e Camilla, per elaborare il lutto della rottura tra Francesco e Ilary, sul matrimonio della Pellegrini nazionale o sul ricordo di Lady Diana solo in chiave gossip. A consolarci dal caro bollette c’è il circo mediatico, insomma. Gossip quotidiano che batte la realtà.
Anche gli argomenti virali tipo il rifiuto di Laura Pausini a cantare “Bella ciao”, con la contrapposizione mediatica modello “Pif contro Pausini“, rischiano di alimentare il chiacchiericcio quotidiano trasferito su Facebook e non un serio confronto fra idee differenti.
Magari ci si dimentica pure di anniversari storici come l’11 settembre: nel 2001 l’attacco alle Torri gemelle e, tornando indietro, nel 1973 il golpe antidemocratico in Cile. Ma, nel frattempo, la stampa nazionale indaga sulla separazione fra l’ex campione e la conduttrice televisiva con un accanimento investigativo degno di un nuovo Watergate o di un’altra inchiesta giornalistica da far tremare i potenti.
Anche le grandi emozioni suscitate dalla morte della regina producono spesso un inutile chiacchiericcio social e nei media, quando la necessità dell’analisi storica e politica richiederebbe invece pensieri più complessi e argomentati. Al riparo dall’opinione usa e getta.
Scrive su Facebook la giornalista della Rai, autrice d’inchieste sociali importanti, Raffaella Cosentino: “Temo che stiamo assistendo allo scollamento totale tra le redazioni e la vita della gente. Le persone in questo momento sono angosciate dalle bollette pazze dell’energia e dall’inflazione. Le attività chiudono perché i costi sono quadruplicati e continuano a crescere. L’opinione pubblica si lamenta perché queste istanze non trovano sufficiente spazio. Lo squilibrio dello spazio dedicato è evidente. Questo è un grave deficit democratico, a mio avviso”.
Nessun moralismo, sia chiaro. Anche il gossip, se fatto con eleganza e intelligenza, può acquisire una dignità di mercato. Ma esistono limiti deontologici, come il rispetto della persona e l’attenzione ai minori, ad esempio. E la credibilità del giornalismo, già in costante crisi economica e d’identità, rischia di crollare ancora di più. Intanto le emergenze bollette e occupazionali rendono asfissiante il clima nel Paese.
La nave mediatica segue la sua rotta imperturbabile, mentre si rischia d’affondare.