MESSINA – Al cronico dramma legato alla mancanza di strutture sportive si aggiungono i rincari: a Bisconte si potranno fare solo gare di giorno e senza acqua calda. Di conseguenza, il grido d’allarme viene rivolto al Comune. “Abbiamo già informato le società che giocano da noi: o ci vengono date prospettive diverse dall’amministrazione o non sarà più possibile fare giocare gare con luci artificiali e con l’acqua calda negli spogliatoi”. Il presidente dell‘SSD Camaro 1969, Antonio D’Arrigo, ha comunicato ai club messinesi di calcio che militano nei campionati dalla Promozione alla Terza Categoria e che utilizzano l’impianto di Bisconte, rimodernato dalla società neroverde e l’unico in condizioni tali da poter essere utilizzato in centro città, che dal prossimo weekend la situazione cambierà. Il caro-bollette ha colpito anche le grandi strutture cittadine e il problema non riguarda solo Messina ma tutta Italia. Basti pensare che nelle scorse settimane anche la Figc ha annunciato che il calendario di Serie A sarà rimodulato anche calcolando i costi di anticipi e postici serali.
Il grido d’allarme non è solo del Camaro o dell’Ambiente Stadium, ma dell’intero movimento. Tanto che le società messinesi, con in testa le tre di Promozione (Atletico Messina, Gescal e Messana), hanno diramato una nota sul tema, firmata sempre da più club fino alla terza categoria.
“Il problema – prosegue D’Arrigo – riguarda circa trenta associazioni sportive, considerando anche le società amatoriali. Le squadre Figc invece sono 12. Il punto non è aiutare il Camaro, perché per noi è semplice mantenere le squadre giovanili, ma tutte le altre squadre che militano nei campionati minori. Noi abbiamo aumentato la tariffa, ma il costo graverà su società che già hanno seri problemi ad andare avanti. Serve che intervenga il Comune, sennò il calcio dilettantistico finirà. Ricordiamoci che veniamo da due anni di pandemia e c’è una città in cui non si può più fare sport”.
E le tempistiche? “Questa è l’ultima settimana, abbiamo già avvisato le società e già dal prossimo weekend non si potranno usare luci e acqua calda. Noi non ce la facciamo più. Abbiamo le utenze a carico al 100 per cento e non abbiamo altra soluzione”.
Le squadre “manifestano tutta la loro preoccupazione per la prosecuzione dei rispettivi campionati” e spiegano: “Alla cronica mancanza di campi in cui potersi allenare, con il ‘Bonanno’ dell’Annunziata che attende una nuova assegnazione della gestione ed è comunque privo di adeguata illuminazione, nelle scorse ore si è aggiunta la comunicazione giunta dalla Ssd Camaro, società che gestisce il ‘Marullo’ di Bisconte (ora L’Ambiente Stadium, ndr), con la quale si informa che tutte le partite ufficiali potranno essere disputate solo nelle ore di luce naturale e senza la disponibilità di acqua calda negli spogliatoi. Non entriamo nel merito delle problematiche che inducono il gestore ad assumere tali decisioni, perché gestire la struttura ha dei costi e l’incidenza della bolletta energetica impone scelte anche dolorose. Da utenti appare però oltremodo evidente che la carenza di impianti accentua il problema e, nonostante gli sforzi economici e logistici delle nostre società, siamo adesso costretti a chiedere immediate risposte ai Dipartimenti competenti dell’Amministrazione Comunale per evitare la sconfitta di un intero movimento”.
“Serve a poco – proseguono in una nota – aver recuperato il glorioso ‘Celeste’ se tutto il movimento dilettantistico rischia di scomparire dal proprio tessuto di riferimento, per carenza cronica di spazi. La questione impianti sportivi si trascina ormai da troppo tempo senza mai aver trovato concrete soluzioni, con idee tampone non risolutive. Il problema era stato sollevato lo scorso anno, in Aula a Palazzo Zanca, dai rappresentanti di Messana, Gescal, Atletico Messina, Riviera Nord, Juvenilia, Pgs Luce e Camaro. Dal Comune arrivò l’impegno a mettere a disposizione il campo ‘Bonanno’ dell’Annunziata mentre la Città Metropolitana era stata incaricata di lavorare sul recupero della struttura esistente a Sperone. Ma tutto è rimasto in una condizione di precarietà e provvisorietà. Speriamo che i nostri sacrifici, quotidiani, profusi per portare avanti i progetti sportivi, trovino seguito negli impegni presi dagli enti pubblici. Purtroppo, ad oggi, continuano a riproporsi i disagi e resta il problema nella propria interezza: fare calcio e sport a Messina sta diventando un’utopia”.