Caro diario, nel mio condominio abbiamo avviato una raccolta fondi per mettere una taglia sul serial killer dei postini. In alternativa, se riusciamo a racimolare un gruzzoletto con l’aiuto dei residenti degli isolati vicini, magari anche quelli di Provinciale fino a Contesse, potremmo far venire la squadra di Criminal Minds così abbiamo la certezza di catturare gli autori di questi efferati delitti.
Ci eravamo appena abituati alla scomparsa degli spazzini, che pure è stata una sofferenza, soprattutto olfattiva, alla dipartita di addetti alla pulizia del verde ed alla manutenzione delle strade, ma almeno ogni tanto s’intravedeva in lontananza una figura con la ramazza o alla guida di una mezzo di Messinambiente che risvegliava in noi amati ricordi. Ma la scomparsa improvvisa e contemporanea di tutti i postini della nostra zona non ce la saremmo mai e poi mai aspettata.
All’inizio abbiamo pensato ad un’epidemia, tonsillite, stanchite, apatia, paura d’inciampare tra i cumuli di rifiuti o di cadere in una buca. Poi, con il trascorrere delle settimane senza che s’intravedesse un giubbotto di colore giallo nel raggio di chilometri, abbiamo iniziato a preoccuparci seriamente. La mia vicina di casa, quella che ha fatto le scuole, ha ipotizzato una strage, tipo quella di Erode.
Non so cosa accade all’Annunziata, a Mili, in via Garibaldi o a Torre Faro, ma qui nel viale San Martino, l’ultima posta che abbiamo visto sono state le cartoline con gli auguri di Pasqua. E ci siamo commossi perché non si vedeva un postino da Natale. Quindi con l’amministratore di condominio abbiamo organizzato turni di appostamento con tanto di macchina fotografica per raccogliere le prove dei rapimenti o per immortalare il momento del rilascio. Passiamo intere mattine ad origliare sperando di sentire in cortile o al citofono l’amata voce: “postaaaaaaaa”. L’altro giorno ho rischiato di abbracciare il mio vicino di casa perché ho sentito i rumore del portone che si chiudeva, mi sono precipitata nel pianerottolo con un sussulto nel cuore. Invece mi sono ritrovata sconsolata con il mio vicino a ricordare i bei tempi quando le riviste alle quali siamo abbonati e che paghiamo profumatamente arrivavano a destinazione. Per non parlare delle bollette, dei Cud, delle fatture, delle raccomandate. Altri tempi. Stiamo pensando di convincere i Testimoni di Geova a lasciarci gli opuscoli della Torre di Guardia ogni 2 giorni nelle cassette della posta, così, per riprovare l’antica emozione. Durante l’ultima assemblea di condominio abbiamo preparato la lettera per il serial killer sperando che si commuova e restituisca ai suoi cari almeno la metà dei postini che ha sequestrato e nascosto in qualche scantinato.
Sicuramente il killer avrà subito traumi infantili, perché non si può essere così cattivi da privare la popolazione femminile persino delle promozioni della Bottega Verde. Siamo consapevoli che nell’era delle mail sembriamo dei dinosauri ad avere nostalgia della posta, ma se non ti arrivano le bollette ti tagliano la luce. Donna Sarina ha la pec, perché l’Enel no?
Ogni tanto sentiamo suonare il campanello: ma è il gentile signore dell’Amam che rischia il linciaggio perché solo un uomo coraggioso può pensare di presentarsi con il tesserino dell’Amam nel quartiere Lombardo, unica zona della città che sia in tempi di pace che in tempi di guerra l’acqua la vede con il contagocce. Nel quartiere Lombardo, di regola, nei casi di emergenza idrica, quando rientra l’allarme,l’acqua ritorna nei rubinetti in media 48 ore dopo che nel resto della città. E nei periodi normali non si sa per quale mistero l’erogazione finisce alle 15, massimo alle 16. Dalle nostre parti il gentile signore dell’Amam che bussa per controllare i contatori è visto come un esattore di Equitalia.
Ormai il termine raccomandata equivale ad una signora del condominio che riesce ad avere la posta grazie a conoscenze ai piani alti. Pare che stiano già scattando le prime inchieste per voto di scambio e clientelismo postale. Ci sono candidati al ruolo di amministratore di condominio che in cambio di una delega sono riusciti a recuperare i numeri di gennaio di Focus (pare finiti in chissà quali scaffali di Pistunina). Pensiamo sia inutile protestare perché è chiaro che non può essere un disservizio. Seppure una mente sadica possa aver deciso di triplicare le aree di distribuzione al singolo postino e di decidere che venga effettuata a giorni alterni, è matematicamente impossibile che un intero quartiere resti senza posta per due mesi. Le uniche risposte plausibili ad un disservizio così vergognoso ed esteso sono o la strage o un serial killer. Quello che però ci sorprende è come mai nessuno ai vertici delle Poste di Messina e della Sicilia si sia accorto di una situazione scandalosa. Dove vanno a finire le tonnellate di posta che non vengono più consegnate? E nessuno negli uffici centrali si è accorto della scomparsa dei postini? Nessuno ha visto la posta accumularsi, nè la folla inferocita che reclama per i disagi? Oppure ormai ci siamo davvero abituati a vivere in situazioni da Medioevo?
Rosaria Brancato