MESSINA – Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera aperta rivolta al sindaco Federico Basile da parte di un avvocato messinese, Santi Coniglio: “Sono turbato dalla decisione di restringere l’isola pedonale, confinandola ai soli tre giorni del fine settimana. Tutte le principali città italiane restituiscono il centro storico alla gente e all’aria pulita”. Un tema su cui sindaco e vicesindaco Salvatore Mondello, in realtà, stanno riflettendo dopo aver ascoltato le richieste di un comitato di commercianti.
Buongiorno sindaco, mi chiamo Santi Coniglio, ho 29 anni e sono un avvocato, prossimamente pubblico funzionario in quanto vincitore di concorso. Seguo molto le vicende della città, pur lavorando a Catania, anche se spero di far ritorno a Messina nei prossimi anni. Ho sempre guardato all’operato della giunta De Luca e della sua con speranza e ottimismo, in quanto convinto della genuinità del vento del cambiamento da voi trasmesso alla cittadinanza, e nel coraggio di fare le cose mettendoci la faccia, anche andando contro le lamentele di chi invece vorrebbe che tutto si fermasse, perché alla fine i risultati arrivano sempre. Vedasi l’introduzione della raccolta differenziata, una scelta di civiltà che, sebbene contestata in prima battuta, ci ha liberato da quegli orribili cassonetti traboccanti di rifiuti e ha senza dubbio reso le nostre strade più pulite e l’aria più salubre. Apprezzo molto il suo impegno per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, opera grazie alla quale l’intera Sicilia beneficerebbe di un vero e proprio boom economico. Tuttavia, questa mattina, leggendo i giornali, come sono solito fare, sono rimasto profondamente turbato nell’aver appreso la decisione di restringere ulteriormente l’isola pedonale, confinandola ai soli tre giorni del fine settimana.
Personalmente trovo folle questo passo indietro, o meglio, lo considero un cedere alle pressioni di gente vecchia, fuori e dentro, che altro non desidera che riportare indietro le lancette del tempo, trasformando la città in un parcheggio a cielo aperto. Viaggiando nelle principali città italiane (Roma, Milano, Firenze, Palermo e perfino le stesse Catania e Reggio Calabria), tutte queste realtà vanno in un’unica direzione: la sostenibilità della mobilità urbana, attraverso il progressivo abbandono dell’auto per gli spostamenti urbani in favore di mezzi pubblici, bici, monopattini o isole pedonali, restituendo il centro storico alla gente, all’aria pulita, all’organizzazione anche di eventi nelle aree pedonali, e migliorando soprattutto l’efficienza del mezzo pubblico, che diventa il vero strumento per muoversi in città. Qui invece si parla di un folle ritorno al passato: e tutto questo per cosa? Ah si, perché al messinese medio deve essere permesso di perseverare nel proprio malcostume di prendere la macchina per andare da casa propria in via dei Mille al negozio alfa sul Viale San Martino. E i commercianti sostengono, a loro volta, che a causa della mancanza di parcheggi, la gente non compra più da loro, preferendo centri commerciali, online e i negozi a Catania.
Ebbene, ogni pomeriggio, uscito da lavoro, faccio una passeggiata in via Etnea, che è isola pedonale, e che è l’equivalente del nostro viale San Martino, e posso garantirle che i negozi sono sempre pieni; stesso discorso posso farlo su via Condotti a Roma e su Corso Vittorio Emanuele a Milano, avendoci vissuto, o, senza andare troppo lontano (perché a Roma, Catania e Milano hanno la metro), su Corso Garibaldi a Reggio Calabria. Anche quella è isola pedonale, e i negozi sono sempre pieni! Noi invece parliamo di trasformare viale San Martino in un parcheggio a cielo aperto! Da luogo in cui è possibile camminare e beneficiare di un ambiente con aria pulita, magari spostandosi anche in bici o in monopattino, a inferno infestato da smog, clacson e macchine in doppia fila! Ma siamo impazziti?
E dire che l’amministrazione sul problema dei parcheggi si sta impegnando tanto: Cavallotti (a due passi da piazza Cairoli) è sempre vuoto, così come il parcheggio in via la Farina (si parla di un ampliamento fino a sei piani), a breve saranno pronti due parcheggi di interscambio su viale Europa (all’imbocco di viale San Martino) e in più è stato completato il parcheggio del mercato Zaera. Come vede, sindaco, i parcheggi ci sono, eccome! Ciò che continua ad imperversare è il malcostume dei messinesi che pretendono di usare la macchina per fare 10 metri e magari ce la lasciano anche in doppia fila, per poi lamentarsi perché non ci sono parcheggi. E sa qual è il problema? Che quelli che oggi stanno andando a piagnucolare con l’amministrazione comunale per un ritorno al passato sono vecchi, fuori e dentro, i veri padroni della città. Quei vecchi che noi giovani speravamo venissero messi all’angolo, loro e il loro malcostume basato su ingiustizia e privilegio, loro che parcheggiano nel posto disabili usando il tesserino del nonno morto 10 anni fa, loro che prendono la macchina per andare da via Ghibellina al bar sul viale San Martino e ci lasciano magari la macchina in doppia fila.
Loro che invadono la corsia preferenziale del bus, costringendolo a camminare in mezzo al traffico, e poi si lamentano perché i pullman non funzionano, loro che passeggiano a piedi sulle piste ciclabili e poi si lamentano del perché i ciclisti sono costretti a camminare nel traffico. Per forza che i giovani sentono che questa città non è posto per loro! Perché questa città, fino a quando sarà in mano a questi dinosauri, non sarà un posto in cui un giovane, cresciuto con i valori dell’ecologia, della mobilità sostenibile, del rispetto per l’ambiente e per la natura, si possa sentire a casa. Bensì un pesce fuor d’acqua, e non ci investe nemmeno! E quindi continueranno a dominare la scena anche quei commercianti che vendono roba scadente e che puntano il dito contro il fatto che non ci sono i parcheggi per giustificare il loro fallimento. E chi magari vuol proporre idee veramente innovative, preferisce farlo altrove, dove si pensa in senso giovanile, e sui giovani si punta davvero.
Non so se questo mio appello resterà lettera morta, ma la supplico, a nome mio e di tutti i giovani, di non cedere alle pressioni, di non riconsegnare il viale San Martino allo smog, ai clacson e alle auto in doppia e tripla fila. La prego di opporsi al malcostume imperversante nella città, e di insistere in quel cambiamento che è stata la ragione per cui molti giovani hanno scelto di darle fiducia. La prego di non toglierci la speranza che anche la nostra Messina possa diventare un posto migliore, altrimenti, se non si riesce neppure a difendere la sacrosanta battaglia per la mobilità sostenibile, discorsi come il Ponte sullo Stretto saranno destinati a restare lettera morta. E noi, messinesi e siciliani, continueremo a restare sempre l’ultima ruota del carro, alla mercè dei parassiti che per anni e anni hanno arraffato e sono ingrassati sulle spalle della comunità.
Buon lavoro
Santi Coniglio