MESSINA – “L’isolamento della Sicilia, la difficoltà e l’esosità dei collegamenti aerei con il resto d’Italia sono esclusivamente il risultato dell’opera di chi, a partire dal Pd e del M5S, ha prima bloccato il Ponte sullo Stretto ed ancora oggi tiene questa fondamentale infrastruttura per il Sud, totalmente fuori dall’agenda politica”. A sostenerlo è l’onorevole Giuseppe Compagnone (Autonomisti), presidente della Commissione Ue all’Assemblea regionale siciliana.
“A pagare sono sempre i nostri cittadini – chiosa – costretti a sobbarcarsi i costi insopportabili dei collegamenti aerei. Che, senza la doppia concorrenza dell’alta velocità come nel caso della Milano-Roma, secondo leggi del mercato crescono all’aumentare della richiesta”.
“Lo scandaloso costo dei biglietti – incalza il presidente della Commissione Ue – è una vera e propria zavorra per professionisti e aziende siciliane che hanno necessità di spostarsi rapidamente. Costringe, spesso, i giovani che si trovano fuori per ragioni di studio o di lavoro, a rinunciare a trascorrere le festività più attese, Natale e Pasqua, con le proprie famiglie. Disagi enormi e rinunce anche per chi vuole partecipare ai più importanti concorsi pubblici che si tengono a Roma e con poco preavviso. È un prezzo altissimo ed un’ulteriore beffa per chi, come il popolo siciliano, ha di fatto finanziato, con le frequentatissime tratte con Milano e Roma, la compagnia di bandiera”.
A dire di Compagnone questo è “il risultato dalla politica miope e nordista che, a partire da Monti, ha tenuto e vuol tenere continuare a tenere sotto scacco la Sicilia. Basti ricordare che la realizzazione del Ponte sullo Stretto sarebbe costata alle casse pubbliche molto meno dell’indispensabile Mose di Venezia, della Tav Torino-Lione, dell’Expò Milano 2015, e delle mille altre infrastrutture che normalmente vengono realizzate nel Nord e nelle quali non sono mancati scandali e inchieste”.
“E’ un isolamento che continua a penalizzare la Sicilia e il Sud, frenando la sviluppo dei settori produttivi, dalle imprese all’agricoltura, al turismo, amplificando l’emigrazione e la desertificazione di intere aree. E dire – rimarca Compagnone – che qualcuno ancora oggi, continua a ripetere il beffardo ritornello: prima le infrastrutture e poi il Ponte.
Non comprendendo, come ribadiamo da anni, che il Ponte sullo stretto rappresenta il presupposto essenziale, senza il quale non si realizzerà mai l’alta velocità. Col risultato – prosegue – che l’impossibilità di concorrere con il resto d’Europa, a causa dell’isolamento anche infrastrutturale, perpetuerà questo stato di difficoltà. Rendendolo un circolo vizioso. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Al di là delle belle parole, delle promesse, dei comunicati stampa infarciti di cifre e numeri esaltati da Rfi e Anas – prosegue – la Sicilia resta un cantiere aperto. Con lavori svolti a ritmi lentissimi, e non può certo bastare il collegamento ad “alta capacità”, fra Reggio Calabria e Roma a far mutare la situazione”.
Per il deputo eletto nelle fila degli “Autonomisti”, la “continuità territoriale che va non semplicemente richiesta, ma “pretesa” è solo il primo punto di un percorso. Un percorso che deve portare a rivedere scelte strategiche che si ripercuotono sul futuro dell’intera Italia, e non solo del Sud, quali la concreta applicazione della perequazione infrastrutturale, l’alta velocità e la fiscalità di vantaggio”.