Rinviato a giudizio l’ex commissario della Polizia Municipale, Aldo Bruzzano

Si è conclusa ieri a tarda sera con sei rinvii a giudizio e due proscioglimenti l’udienza preliminare dell’inchiesta che ad ottobre ha portato al clamoroso arresto dell’ex commissario capo della Polizia Municipale, Aldo Bruzzano. A deciderli il gup Monica Marino che ha accolto in larga parte le richieste dei i sostituti procuratori Adriana Sciglio e Diego Capece Minutolo. Dovranno comparire il prossimo tre luglio davanti ai giudici della seconda sezione penale l’ex commissario capo, Aldo Bruzzano, il figlio Giuseppe, come amministratore della “Carpe Diem srl”, una società di compro oro; Daniela Irrera, dipendente del negozio “Carpe Diem srl” di via Centonze; il vigile urbano Sebastiana Reina, agente in servizio alla sezione Tutela del territorio; il proprietario di un immobile, Vito Cavallo, come privato determinatore; e la società “Carpe Diem srl”. Sono stati prosciolti da tutte le accuse Rosa Forte con la formula “per non aver commesso il fatto”, e il vigile urbano Rosalba Ragazzi, “perché il fatto non sussiste”. Lunga la lista dei reati contestati a vario titolo che vanno da ricettazione, peculato, falso a omessa denuncia del pubblico ufficiale, abuso d’ufficio, soppressione o occultamento di atti, rifiuto di atti d’ufficio. A queste determinazioni la Procura è giunta dopo lunghe indagini e dopo aver esaminato un’ampia documentazione acquisita nei mesi scorsi. Nel fascicolo della Procura riveste un ruolo di rilievo non solo l’attività nella Polizia Municipale dell’ex commissario capo Aldo Bruzzano ma anche quella della società Carpe Diem s.r.l.
Non a caso a Bruzzano e Irrera vengono contestati due casi di ricettazione di oggetti d’oro mentre Bruzzano e i tre vigili della sezione Tutela del territorio devono rispondere di peculato; Bruzzano e Cavallo, proprietario di un appartamento in via Consolare Valeria rispondono in concorso di falso, omessa denuncia del pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e soppressione, distruzione o occultamento di atti; infine sempre l’ex sottufficiale della Polizia Municipale risponde di un caso di omessa denuncia e due ipotesi di rifiuto di atti d’ufficio.