REGGIO CALABRIA – «Per mancanza di una condizione di procedibilità», il giudice per l’udienza preliminare presso il Tribunale di Reggio Calabria Stefania Rachele ha disposto il “non doversi procedere” nei confronti di due soggetti imputati per quattro furti avvenuti a cavallo tra il 2020 e il 2021.
A causa della “riforma Cartabia”, che prevede l‘improcedibilità per i reati di furto in assenza di querela di parte, si è concluso così il processo nato da un’inchiesta coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri e condotta dalla Polizia che aveva intercettato i due imputati facendo luce su una serie di furti consumati sui vagoni dei treni merci parcheggiati vicino alla stazione ferroviaria di Villa San Giovanni.
I due soggetti, difesi dagli avvocati Marilena Barbera e Giacomo Iaria, hanno visto cadere le accuse di furto nei loro confronti a causa della mancanza di querela. Sono stati condannati solo per detenzione d’armi: uno a un anno e 8 mesi di carcere, l’altro a 2 anni. Una pena che, avendo scontato già sette mesi di detenzione, consente a uno dei due di attendere il processo d’appello a piede libero; l’altro invece rimane sì in carcere, ma per altra causa.
Prima della sentenza, il pm aveva sottolineato che per i quattro furti «non è stata presentata querela e, allo stato, non risulta possibile individuare con precisione le persone offese». Di qui la richiesta, avanzata dalla stessa Procura, di revoca parziale della misura cautelare in carcere per i reati di furto. Revoca che è stata accolta dal gup.