Dopo gli arresti, scattano i sequestri per Andrea Curró e Michele Nigrelli, l’imprenditore e il commercialista al centro dell’inchiesta della Procura di Messina su una maxi evasione fiscale di oltre 8 milioni di euro.
La Guardia di Finanza ha messo sotto chiave disponibilità finanziarie per circa 310 mila euro, l’intero capitale sociale della Currò Trasporti S.r.l., valutato 2, 3 milioni di euro, le quote societarie detenute dagli indagati in ulteriori 7 società – per complessivi 2,9 milioni di euro – e 26 immobili. Sono così finiti sotto sequestro 15 terreni e 11 fabbricati fra Messina in via Consolare Pompea, a Mistretta in via Nazionale, Reitano e Sant’Agata di Militello in contrada Minà, per un valore catastale complessivo di circa 250mila euro. Congelate le quote delle CAGF srl, InLog srl, Tradizione Amastrense srl, GalMoSaSS srl, della Sgró srl, One Service Global srl, Real srl e GiCa Holidays srl.
Il patrimonio immobiliare e le società, tra fiduciarie e cartiere, era gestito da Nigrelli, secondo la magistratura, anche se intestato ad altri soggetti, anche loro indagati: Graziella Curró, 42 anni di Messina; Giuseppe Costanza (38) e Giuseppe Leggio (39) di Sant’Agata Militello; Alvise Arrigo Lipari (66) di Santo Stefano di Camastra; i mistrettesi Dino Vaccaro (28) e Antonino Sorbera (49).
L’indagine condotta dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Fabrizio Monaco passerà adesso per un momento chiave: gli interrogatori di garanzia dei due protagonisti. Il Gip Giovanni De Marco vorrebbe ascoltarli già lunedì, se le formalità di rito saranno completate. L’attesa è tutta per Michele Nigrelli, un personaggio molto noto agli ambienti finanziari e alle procure siciliane. Qualche anno fa con una cordata di imprenditori delle più diverse estrazioni aveva tentato il “colpaccio”, inserendosi tra le offerte per l’acquisizione del patrimonio immobiliare della Sicilcassa.
E pure proprio in quel periodo è arrivata per lui la “tegola” giudiziaria: la condanna a 10 anni di reclusione, in primo grado, per una maxi truffa ai danni di Agenda 2000. Una truffa clamorosa, al centro di una inchiesta della Procura di Mistretta (prima del procuratore Ettore Costanzo e poi di Luigi Patronaggio) che coinvolse inizialmente un centinaio di imprenditori. Lo scandalo coinvolse anche la Comunitá di Padre Luigi Ferlauto, l’Oasi di Troina, che si era affidata al commercialista di Reitano per ottenere fondi. Ma quasi 50 progetti presentati, secondo la procura mistrettese, esistevano soltanto sulla carta. Quasi 60 milioni di euro di contributi così dragati, 12 milioni dei quali revocati, su 10 progetti, dopo che le Fiamme Gialle scoperchiarono il calderone della Centro Servizi, la società di consulenza di Nigrelli.
Per decenni Mistretta è stato considerato un territorio chiave, per la lotta al crimine. Patria dei Rampulla, gli artificieri della strage di Capaci, qui si incontrano gli interessi di 4 province: Enna, Messina, Catania e Palermo. L’esistenza della Procura di Mistretta è stata un avamposto importante per la lotta alla mafia degli allevamenti ma anche delle infiltrazioni negli appalti dell’autostrada A20 e della ferrovia. Ma già dal 2002 preoccupava anche la capacità progettuale e finanziaria del personaggio Nigrelli il quale oggi, con la chiusura della procura nebroidea, è passato sotto i riflettori di Sebastiano Ardita.