Anziani a colloquio con gli assistenti sociali, resta l’incubo della chiusura

Giornata movimentata a Casa Serena che con il passare dei giorni si avvicina sempre più alla chiusura mentre si cercano disperatamente soluzione per evitare che questo accada. Circa un’ora fa nella struttura di Montepiselli si è presentato un messo comunale con una busta da consegnare al direttore della casa di riposo. All’interno, con buona probabilità, le lettere che annunciano ad ogni ospite l’allontanamento dalla struttura, una notizia che subito ha scatenato il panico tra gli anziani che ormai vivono con il terrore di essere trasferiti all’improvviso. Alla fine la busta non è stata consegnata, pare per un vizio di forma, nessuno dei nonnini di Casa Serena né dei lavoratori ha avuto modo di poter visionare cosa ci fosse all’interno, la possibilità che però quelle lettere possano arrivare da un momento all’altro ha esasperato ancor di più gli animi dei circa cento ospiti e inevitabilmente quello degli operatori che li assistono.

Già questa mattina però Casa Serena aveva vissuto diverse ore di concitazione per la visita di tre assistenti sociali del Comune, tre dell’Azienda Sanitaria Provinciale e alcuni dirigenti della stessa Asp. Gli assistenti hanno incontrato uno per uno gli anziani, hanno parlato con loro, hanno cercato di capire cosa significherebbe per queste persone essere spostate da lì. Non sono riusciti a incontrate tutti, i colloqui continueranno nei prossimi giorni. Per tirare le somme basterebbe però già quello che hanno sentito oggi, gli anziani di Casa Serena hanno ribadito a gran voce, qualcuno con le lacrime agli occhi, che quella è la loro casa, la loro famiglia, che hanno scelto quella struttura per trascorrere l’ultimo periodo della loro vita nel calore e nell’affetto a cui non vogliono rinunciare. Hanno detto chiaramente che andare via da lì significherebbe morire. “Non una famiglia ma una sacra famiglia” hanno detto gli anziani che continueranno a opporsi in ogni modo a qualsiasi ipotesi di chiusura o trasferimento. Oggi c’erano anche molti parenti e familiari degli ospiti di Casa Serena. Anche loro temono che i loro cari vengano spostati a chilometri di distanza. Sembrerebbe infatti che in città i posti disponibili per trasferire gli anziani siano molto pochi, praticamente tutti verrebbero spostati in strutture che si trovano a Taormina, Capo d’Orlando, Barcellona, giusto per citare qualche esempio. Un dramma anche per quei familiari che non riuscirebbero più ad andare a trovare i propri anziani con la stessa regolarità di oggi. Gli assistenti sociali che oggi hanno dialogato con gli ospiti di Casa Serena si sono resi conto del dramma che stanno vivendo queste persone. Considerato anche che tra loro ce ne sono molti affetti da gravi patologie e per i quali uno spostamento potrebbe essere pericoloso. L’Azienda Sanitaria Provinciale, dal canto suo, ha ribadito il massimo impegno per risolvere la situazione.

Resta fondamentale effettuare quegli interventi di messa in sicurezza, per prima cosa però basterebbe iniziare con quelli che riguardano le scale antincendio, come già rilevato dai Vigili del Fuoco. I soldi a quanto pare dovrebbero essere accantonati nelle casse comunali, basterebbe appaltare i lavori e procedere alla realizzazione. Subito dopo si potrebbe passare agli altri, senza però dover necessariamente trasferire gli anziani. Alcuni lavoratori della struttura ricordano che negli anni passati altri interventi sono stati effettuati nell’edificio di via Sciva. Circa tre anni fa, ad esempio, sono stati cambiati quasi tutti gli infissi dello stabile, compresi quelli delle stanze degli ospiti. I lavori sono stati suddivisi per piano, man mano che gli interventi andavano avanti gli operatori spostavano gli anziani in base alle esigenze e, superate le piccole difficoltà, nessuno ha sofferto. “Adesso perché non si potrebbe fare nello stesso modo?”, si chiedono a Casa Serena. Intanto, nell’attesa che qualcosa si muova, ci sono sempre interventi per 80 mila euro già appaltati ma ancora fermi, gli stessi dipendenti non sono rimasti con le mani in mano e stanno facendo dei piccoli lavoretti all’interno della struttura. Hanno già rimodernato la lavanderia, continueranno finché ne avranno la possibilità.

Insomma non si arrendono i lavoratori che dal 31 dicembre rischiano di rimanere senza lavoro e gli anziani che dallo stesso 31 dicembre rischiano di dover dire addio alla loro casa. Il peggio è che per tutti significherebbe smantellare una vera famiglia. Lo continuano a dire e lo ribadiranno fino alla fine. (Francesca Stornante)