Lavoratori in protesta: “L’amministrazione deve dirci che ne sarà di noi e degli anziani”

In protesta, a Palazzo Zanca, per il lavoro e per il futuro di una struttura che non deve morire. I lavoratori di Casa Serena si sono presentati al Comune questa mattina per “ricordare” all’amministrazione Accorinti che in questa delicatissima fase in cui si sta decidendo che ne sarà della casa di riposo di Montepiselli anche loro hanno diritto ad avere delle certezze. Insieme ai segretari di Cisl, Uil, Orsa, hanno alzato la voce per chiedere soprattutto la continuità occupazionale. L’amministrazione sembra infatti ormai decisa a percorrere la strada della chiusura di Casa Serena per consentire la messa a norma della struttura. Per questo motivo per la casa di riposo è stata accordata la proroga per un solo mese, a differenza degli altri servizi sociali comunali che hanno avuto proroghe per almeno tre mesi e comunque per il tempo necessario all’espletamento dei bandi che verranno pubblicati in questi giorni. In questo mese l’amministrazione dovrà trovare una sistemazione per i 50 anziani attualmente ospiti di Casa Serena, ai lavoratori è invece stata assicurata la ricollocazione attraverso i nuovi bandi. Il problema è che da aprile a quando i servizi verranno affidati (sicuramente non prima di giugno) i lavoratori resteranno disoccupati ed essendo oggi part-time avranno diritto ad un sussidio ridotto ai minimi termini.

La protesta di oggi è servita proprio a portare sul tavolo dell’amministrazione dubbi e timori, i lavoratori chiedono l’equiparazione delle proroghe in modo da essere sullo stesso piano degli altri operatori dei servizi sociali. Su questa linea la segretaria Orsa Francesca Fusco che chiede al Sindaco Accorinti e all’assessore Mantineo una serie di rassicurazioni. “L'amministrazione deve chiarire e ufficializzare qual è il futuro che intende riservare ai lavoratori di Casa serena. Non sono più sufficienti i proclami che mirano a tranquillizzare, bisogna passare dalle parole ai fatti bisogna capire dove come e quando saranno ricollocati tutti i lavoratori. Non accetteremo neanche un giorno di interruzione del rapporto di lavoro”.

La Cisl punta invece alla proposta avanzata già durante gli incontri nelle scorse settimane, cioè mantenimento della struttura anche durante gli interventi di messa in sicurezza ma con una riduzione degli anziani e dei lavoratori (guarda l’intervista video). Soluzione che non piace agli altri sindacati, soprattutto alla Cgil che si è duramente opposta a questa ipotesi che penalizzerebbe parte degli operatori e degli anziani.

Oggi a Palazzo Zanca non c’erano né il Sindaco Accorinti né l’assessore Mantineo e dunque la mobilitazione andrà avanti fino a quando non ci saranno nuovi confronti. L’amministrazione ormai ha deciso che la strada da seguire è quella della chiusura poiché ci sono delle relazioni ben precise dei dirigenti comunali che attestano gravi carenze strutturali e mancanza dei requisiti di sicurezza, oltre a far emergere i costi troppo alti rispetto alle altre case di riposo per anziani.

Solidarietà ai lavoratori è stata espressa dai gruppi consiliari del Pd, Felice per Messina e Progressisti Democratici e chiedono all’amministrazione quali siano i veri motivi per cui si è atteso fino ad oggi senza trovare una soluzione. Se le intenzioni sono quelle di dismettere la struttura vogliono prima un confronto aperto con le forze politiche e la città. I capigruppo Paolo David, Giuseppe Santalco e Francesco Pagano chiedono un incontro urgente per definire la vertenza, in modo che tutti si possano unire nello sforzo di trovare una soluzione idonea ad un servizio essenziale e che si rivolge ad una fascia debole.

In campo anche il Nuovo CentroDestra con il suo capogruppo Daniela Faranda che ha chiesto al Sindaco e all'Assessore Mantineo un incontro urgente al fine di

fare chiarezza sull'indirizzo che questa Amministrazione intende seguire per la risoluzione del problema, tenuto conto che, anche dal sopralluogo effettuato dalla VI e dalla VII commissione e dai pareri tecnici resi in merito, per la tipologia dei lavori da effettuare per la messa in sicurezza dell'edificio, non emerge la necessità di trasferire in altri luoghi gli anziani in atto ospitati e che in questo caso potrebbero subire grave nocumento per la loro salute. “Vorremmo che si chiarisse che il paventato sgombero di Casa Serena non celasse la volontà di dimettere per sempre destinandola ad altro uso”.

Intanto un gruppo di lavoratori, su spinta degli anziani di Casa Serena, avvierà una raccolta firme per salvare la struttura. Chiunque vorrà potrà andare a firmare direttamente nella struttura di Montepiselli, mentre nei giorni del 14,15 e 16 aprile sarà allestito un banchetto in via Dogali.

(Francesca Stornante)