Cinque giorni trascorsi in sciopero della fame, la stanchezza dopo settimane di protesta e la tensione inevitabile figlia di una situazione ormai insostenibile hanno creato preoccupazione e scompiglio oggi pomeriggio a Casa Serena. Giuseppe Gugliandolo, uno dei quattro lavoratori che da martedì non tocca cibo, non è riuscito a reggere il peso di un dramma che stanno vivendo questi dipendenti ed è stato colto da un malore improvviso proprio mentre si trovava con i colleghi sotto il gazebo allestito nel giardino della struttura di Montepiselli. E’ stato necessario l’intervento del personale del 118 che ha accompagnato l’uomo al Pronto Soccorso dell’Ospedale Piemonte dove Gugliandolo è stato sottoposto per tutto il pomeriggio a diversi controlli. Per fortuna sta bene, stasera stesso tornerà a casa, il malore è stato causato dalla tensione e dal fatto che da martedì mattina Gugliandolo era in sciopero della fame. Gli altri lavoratori della cooperativa Azione Sociale sono rimasti ad attendere notizie dal presidio, avuta la certezza che il collega sta bene sono decisi a non mollare la presa. Andranno avanti con lo sciopero nonostante abbiano toccato con mano che stanno anche mettendo a rischio la loro stessa salute. Perchè, come avevano già detto il giorno in cui hanno scelto questa forma estrema di protesta, non hanno alternativa per farsi sentire da chi però sembra non essersi finora accorto di loro. Sono lì da cinque giorni ma nessun rappresentante delle Istituzioni è andato a trovarli anche solo per portar loro una parola di conforto e vicinanza.
Solidarietà invece è arrivata dal sindacato Orsa. Per i segretari Mariano Massaro e Francesca Fusco il malore che oggi ha colpito Gugliandolo si pone a triste esempio dell’altissimo livello di tensione che vige fra i lavoratori messinesi continuamente sottoposti a sacrifici inenarrabili per l’assenza di reddito e costantemente minacciati dall’ombra della disoccupazione. Quanto accaduto oggi, continuano a sindacalisti, è solo la punta dell’iceberg di quanto potrebbe verificarsi se le Istituzioni competenti non intervengono immediatamente. “L’assenza di stipendi e l’incertezza del futuro che procura legittima ansia ai lavoratori di Casa Serena è una sorta di “pandemia” che ormai ha contagiato tutto il tessuto sociale cittadino, al grido di allarme dei lavoratori la classe politica risponde con proposte o slogan da campagna elettorale ma nei fatti continuiamo a registrare il classico pannicello caldo sul malato terminale”. L’Orsa si rivolge ancora una volta al Commissario Croce, al Dirigente del Dipartimento dei Servizi Sociali De Francesco e al Presidente della Regione Crocetta per chiedere definitiva chiarezza sul futuro dei lavoratori e degli ospiti di Casa Serena e rivendicare un’inversione di rotta sulla gestione dei servizi sociali che non possono più essere affidati alle cooperative visti i deprecabili risultati fin qui ottenuti. Il sindacato è pronto a dare battaglia. I lavoratori hanno già dimostrato di esserne capaci e di non aver paura di lottare. (Francesca Stornante)