“Scippata” da un privato l’idea della “rivoluzione dell’acqua”. Un flop dell’Amministrazione comunale – secondo il consigliere pdr Giovanni Carbone – che segna ancora una volta il soccombere dell'”ignavia” pubblica all'”efficienza del privato”.
Parole pesanti quelle del consigliere che non mancano di una punta di rimpianto per l’occasione mancata da Palazzo Zanca. Risale, infatti, agli inizi dello scorso settembre la delibera d’indirizzo siglata dal partito in seno alla III Circoscrizione che esortava la giunta Accorinti a fare tesoro dell’esperienza delle “case dell’acqua”, consolidatasi con incoraggianti risultati già nella provincia.
Erogatori siti in posizioni strategiche all’interno di città e paesi, come nella vicina Rometta, consentono già di rifornire i cittadini del bene indispensabile alle ordinarie attività quotidiane al modico prezzo di 5 centesimi per ogni litro e mezzo di acqua potabile. Aprire le porte della città di Messina a un progetto di questo genere avrebbe, dunque, significato – nelle intenzioni dei rappresentanti del III Quartiere – fare tesoro di un insegnamento di civiltà e condivisione, consentendo all’Amam di fornire un servizio economico ed altamente fruibile all’intera comunità.
Un’intuizione, non raccolta dall’assessore Daniele Ialacqua, ma che non ha mancato di solleticare il fiuto di una società privata la quale, proprio in questi giorni, ha dato avvio all’innovativo esperimento, installando distributori nella zona di Villa Dante, area tra l’altro indicata anche nella delibera d’indirizzo varata a settembre, come quella maggiormente recettiva a lanciare l’iniziativa.
“Non che l’iniziativa non sia lodevole – ha spiegato lo stesso Carbone – ma il fatto che una tale occasione sia stata colta da un privato e lasciata sfuggire da Palazzo Zanca dimostra che il concetto di bene pubblico è solo una foglia di fico per questa Amministrazione comunale che si copre di belle parole e alla prova dei fatti scivola miseramente”. Non ha peli sulla lingua il consigliere che definisce “pilatesca” la risposta negativa di Ialacqua nei confronti dell’idea: “Non ha senso che l’assessore si limiti ad asseverare il diritto della gratuità dell’acqua potabile per i cittadini quando di fatto le bollette bimestrali che gli stessi pagano all’Amam non sono di certo un brutto sogno!”.
Ma a rincarare la dose, sulla scia dell’insoddisfazione causata dalla scelta dei vertici comunali sulla dibattuta questione delle “case dell’acqua”, il consigliere comunale, anch’esso pdr, Nino Carreri che compie un poco lusinghiero rapporto sugli insuccessi dell’assessore anche in altri campi: “Ialacqua, passerà alla storia per essere stato il primo amministratore ‘verde’ a dare il via a una discarica non a norma come quella di Pace e a procedere al taglio indiscriminato di alberi non sempre ammalorati”. (Sara Faraci)