Un giorno da militare come 56 anni fa. Da Pisa a Messina per rivivere un sogno

MESSINA – Uno dei suoi più grandi desideri era quello di visitare la Caserma "Crisafulli Zuccarello" di Messina, sede del 5° reggimento fanteria "Aosta", il reparto dove ha prestato servizio nel lontano 1962. Alberto Ciarri, un arzillo ottantenne pisano, lo ha finalmente realizzato. Deciso e intraprendente, ha preso carta e penna ed ha scritto una lettera al comandante “ … spero possa comprendere il mio desiderio di rivedere il luogo in cui, per la prima volta, ho trascorso un anno e mezzo lontano da casa, un periodo di cui conservo i più bei ricordi …”. La richiesta è stata accolta con entusiasmo dal colonnello Filippo Di Stefano, il quale ha ricevuto il baldo fuciliere toscano che, accompagnato dalla moglie Carmela, ha trascorso un’intensa giornata a contatto con i nuovi volontari professionisti dell’Esercito Italiano.

Visibilmente commosso, ha dapprima salutato in rispettoso silenzio la Bandiera di Guerra, il più alto simbolo della storia e delle tradizioni del reggimento, nonchè viva memoria dei caduti. Impressionato dall’attenzione dedicatagli, ha visitato il museo del reggimento, dove sono custoditi numerosi cimeli storici risalenti a tutti gli eventi bellici a cui ha preso parte l'unità.

Alberto, portando con sé numerose fotografie rigorosamente in bianco e nero gelosamente custodite, ha incontrato i giovani che costituiscono, presso il 5° fanteria, l'Esercito dei professionisti di oggi, con cui si è confrontato e ai quali ha raccontato storie di esercitazioni, di amicizie e di un tempo passato troppo velocemente per lui. Non sono mancati i ricordi di quel lungo periodo trascorso in Sicilia, del clima non sempre mite, perché proprio quell’anno Messina fu interessata da una importante nevicata che causò non poche difficoltà, dei superiori talvolta severi, del rancio non sempre appetibile, ma il ricordo più vivo era l’unione fraterna che si era instaurata fra commilitoni.

La stessa fraternità d’intenti che Alberto ha rivissuto oggi nella sua breve visita e che porta ogni soldato a soccorrere il proprio compagno, a proporsi al posto suo se lo vede in difficoltà, a camminare spalla a spalla per il raggiungimento anche degli obiettivi più difficili. Ha potuto osservare i mezzi di nuova generazione e non ha resistito alla tentazione di salire a bordo del “Lince”, il veicolo tattico leggero multiruolo impiegato dai nostri militari soprattutto nelle missioni all’estero. Un'occhiata anche alle nuove tecnologie e metodologie, dall’impiego del sistema interattivo per il tiro che consente di esercitarsi con le armi in dotazione utilizzando immagini digitalizzate, al moderno metodo di combattimento a distanza ravvicinata praticato nell’apposita palestra. Tutti i militari che hanno potuto parlare e confrontarsi con Alberto sono rimasti impressionati dall’entusiasmo e dall’emozione che ha trasmesso. Non sono mancate le raccomandazioni e le parole di incoraggiamento dell’anziano ai più giovani, affinchè continuino a perseverare nell’impegno e nella dedizione con cui affrontano le difficoltà, per essere sempre di esempio per tutti. Dal canto suo, ha assicurato la sua vicinanza e il suo instancabile pensiero. Ed ha pranzato con tutti loro, come una grande famiglia.

Dopo aver indossato nuovamente il basco del suo reggimento, con orgoglio e con gli occhi che lasciavano trasparire tutta la commozione, Alberto ha salutato i suoi nuovi commilitoni ed è tornato a casa. Atterrato a Pisa, il primo pensiero, da buon soldato, è stato per il comandante: “Sono arrivato comandante, il viaggio è andato bene..”.