ROMA – Ieri ha avuto luogo, in parte centrando l’obiettivo, la programmata riunione capitolina sul ‘caso Alival’: presenti i manager della Alival-Nuova Castelli, la vicepresidente della Regione Calabria Giusi Princi, l’assessore regionale toscano alle Crisi aziendali Alessandra Nardini, i sindaci facenti funzioni di Comune e Città metropolitana di Reggio Calabria Paolo Brunetti e Carmelo Versace e il sindaco di Ponte Buggianese (località del Pistoiese in cui è situato l’altro stabilimento produttivo che dovrebbe chiudere entro marzo 2023 insieme a quello reggino di San Gregorio), Nicola Tesi.
Su richiesta dei due Enti regionali, Luca Bombonati ha esposto il Piano industriale di Nuova Castelli chiarendo in pratica che il core business è rappresentato da formaggi blasonati come grana, parmigiano, taleggio, gorgonzola, pecorino toscano e mozzarella di bufala, con vendite peraltro largamente (per il 71%) all’estero e solo per il 29% sul mercato nazionale.
Il gruppo della ‘galassia’ Lactalis sarebbe dunque intenzionato a sviluppare sempre di più, con importanti investimenti, gli stabilimenti coinvolti nella produzione di formaggi a Denominazione d’origine protetta (Dop), anche perché questi prodotti sono contraddistinti da una produzione più redditizia.
Fra i perni del development industriale all’orizzonte lo stabilimento caseario Mandara di Mondragone – importante centro del Casertano –, che vanta oltre 200 addetti, proiettato su un piano internazionale di vendite.
La Triplice sindacale però ha rispedito al mittente una strategia industriale di questo tipo, considerata la pressoché totale assenza di novità e di strumenti per ipotizzare il salvataggio del sito reggino Alival. Per altro verso, parte datoriale ha rifiutato di riaprire il ‘fascicolo’ dedicato al più che plausibile rilancio dello stabilimento di San Gregorio.
A questo punto è giunta la nota più positiva dell’incontro: «Abbiamo pianificato la chiusura di San Gregorio entro marzo o al massimo entro aprile del 2023, ma a fronte di un’eventuale progetto d’acquisizione o di reindustrializzazione del sito saremmo disponibili a procrastinare quest’orizzonte cronologico», hanno fatto sapere i plenipotenziari di Nuova Castelli.
Proprio la prospettiva d’avere davanti tempo addizionale è piaciuta alle forze sociali, intenzionate ad allestire un ‘tavolo’ sindacale con al centro una seria ipotesi mirata alla reindustrializzazione dello stabilimento reggino Alival.
In una nota congiunta, si dicono «parzialmente soddisfatti» i sindaci facenti funzioni di Comune e Città metropolitana Paolo Brunetti e Carmelo Versace.
«La strada è ancora lunga – argomentano –, ma oggi abbiamo registrato una disponibilità di massima da parte dell’impresa ad intraprendere un ragionamento insieme ai sindacati e alle Istituzioni, per arrivare a un punto di equilibrio che tuteli il futuro dei lavoratori reggini del gruppo Alival».
Infatti suscita speranze – ma desta pure qualche legittima perplessità – l’apertura di due ‘tavoli’ paralleli, uno strettamente sindacale e l’altro «che coinvolgerà le Istituzioni territoriali», volti a esplorare «l’ipotesi di una reindustrializzazione dei due siti produttivi di Reggio Calabria e Pistoia. Ciò che è certo è che questi lavoratori non possono in alcun modo continuare a rischiare il licenziamento», aggiungono i due amministratori, pronti ad «affiancarli nella loro battaglia» e non intenzionati a compiere passi indietro.
Brunetti e Versace, in ogni caso, non si nascondono che «la strada è ancora lunga. L’impresa ha dato una disponibilità a ragionare con le Istituzioni, ma è fondamentale anche la presenza del Ministero dello Sviluppo economico al tavolo di crisi. Lo solleciteremo affinché diventi parte in causa nella vertenza e se necessario contribuisca fattivamente a sbloccarla», fanno sapere.