REGGIO CALABRIA – Due capitoli importanti per quanto riguarda la “vertenza Alival”.
Intanto, il ‘capitolo’ milanese ha visto una sorta d’ “esame incrociato” della situazione di San Gregorio e di Ponte Buggianese (l’altro sito, in provincia di Pistoia, destinato alla chiusura).
Ci si trova, in pratica, alla fine della “prima fase” del Piano sociale: in vista dei licenziamenti, però, le risorse sul tappeto risulteranno molto più ingenti. I sindacati, tuttavia, hanno chiesto delucidazioni sulle nuove norme in materia di delocalizzazione, che andrebbero a impattare sull’intesa siglata nell’agosto scorso.
Nella “seconda fase” servirà un appropriato feedback dalle Regioni per mettere a fuoco misure di Welfare, possibilità di reindustrializzazione ed eventuali altri scenari almeno parzialmente “di mano pubblica”.
Nel corso dell’incontro di lunedì scorso a Milano poste in chiaro anche le istanze avanzate dai lavoratori: 14 le richieste di trasferimento di lavoratori fin qui in forza al polo di San Gregorio (9 alla Galbani, una all’Egidio Galbani, tre a Ragusa, uno a Porcari nella Lucchesia), con alcune posizioni ancora libere e non ‘coperte’ dalle istanze di trasferimento degli addetti: le adesioni potranno essere fornite, in proroga, entro la fine dell’anno.
Invece sulle 79 unità dello stabilimento reggino si prospettano solo due “esodi incentivati” (licenziamenti).
Ieri poi la riunione coi vertici del Mimit (l’ex ministero per lo Sviluppo economico, oggi ministero delle Imprese e il Made in Italy).
Dopo l’iniziale “torpore” – questa almeno la contestazione di parte datoriale e sindacati –, tale da traccheggiare abbondantemente anche soltanto sull’istituzione di un “tavolo” di confronto, il ministero pare essersi “ridestato” improvvisamente. E ritiene insufficiente il piano elaborato da Alival-Lactalis, ritenendo fortemente opportune ipotesi più complete e dettagliate: tutto bene, solo che senza l’iniziale perdita di tempo tutto sarebbe risultato più tempestivo. Adesso, invece, ci sarà qualche ritardo.
L’odierno Mimit seguirà l’intero processo quanto a riorganizzazione e rioccupazione delle maestranze, non trascurando di farsi parte attiva quanto a ricerca e selezione di possibili acquirenti degli stabilimenti in dismissione.