Non si placano le polemiche sullo stato delle acque marine di Barcellona Pozzo di Gotto. Dopo il passaggio di Goletta Verde e la pubblicazione dei risultati delle sue analisi, che l’hanno spinta a “bocciare” il mare barcellonese, il sindaco Roberto Materia ha dato mandato all’ufficio tecnico di effettuare ulteriori analisi in diversi punti della costa. I risultati hanno evidenziato la balneabilità delle acque, tranne nel punto in cui la stessa Goletta Verde aveva effettuato il suo prelievo: quello alla foce del torrente Termini/Patrì. Nonostante le nuove analisi, alcuni cittadini insistono nel dire che qualcosa non va lungo il litorale della città del Longano; un’insistenza che ha fatto infuriare il sindaco.
Le analisi del Comune
Sono state due le campagne di campionamento condotte dal Comune: la prima ha coperto la zona che va da circa 500 metri a sinistra del depuratore fino alla zona antistante via Battifoglia – e per 100 metri dalla linea di costa; la seconda è arrivata a toccare il torrente Mela e sono state analizzate le acque a 10 metri dalla costa, zona di stazionamento dei bagnanti. In entrambe le analisi non sono stati riscontrati valori fuori dalla norma; l’unico punto critico è quello alla foce del torrente Termini/Patrì, e per questo si è proceduto a un’analisi approfondita delle acque che confluiscono a mare. I risultati hanno confermato la pessima qualità dell’acqua torrentizia, dovuta presumibilmente a sversamenti di origine fognaria provenienti da monte nell’alveo torrentizio.
“Dopo avere allertato la Capitaneria di Porto” – ha dichiarato Materia – “si è appurato uno sversamento fognario anomalo di cui è responsabile il Comune di Castroreale, a cui è stata immediatamente inviata una lettera. A quanto risulta, il problema è in fase di risoluzione”. Il primo cittadino, in risposta alle tante insinuazioni circolate in questi ultimi giorni sulle sue dichiarazioni a proposito della qualità delle acque marine, ha pubblicato tutte le analisi effettuate dagli uffici – disponibili qui http://issuu.com/robertomateria/docs/scan -, aggiungendo che “chiunque metterà in dubbio la balneabilità delle acque analizzate dovrà ritenersi responsabile per danno di immagine e procurato allarme, così come previsto dai codici Civile e Penale”.
Il report sugli scarichi dei Comuni
Sul sito della provincia di Messina è disponibile un catasto di tutti gli scarichi dei comuni messinesi – che trovate in allegato; il report è molto dettagliato, e alcuni dati colpiscono per la portata delle loro conseguenze. Il documento ha colpito il deputato Alessio Villarosa: “Risulta sconcertante la consultazione del documento ufficiale relativo al catasto degli scarichi della provincia di Messina: su 213 scarichi ufficiali, 77 (il 36%) non subiscono alcun trattamento, 69 un trattamento di 1° o 2° livello e solo 67 un trattamento di 3° livello”. Ma c’è di più: “Ben 9 Comuni del messinese non dispongono di alcun presidio depurativo a servizio della pubblica fognatura, 19 Comuni sono serviti solo in parte da sistemi depurativi (tra questi Barcellona, Merì, Milazzo, Montalbano, Patti Rodì e Santa Lucia), 8 Comuni hanno uno scarico bruto in mare (Milazzo è uno di questi) o non dispongono di condotta sottomarina e altri 14 Comuni hanno infrastrutture danneggiate, inattive o a funzionalità ridotta”.
Critica risulterebbe dunque la situazione di Milazzo, Comune servito solo in parte da sistemi depurativi, che in qualche caso hanno anche funzionalità ridotta; anche Barcellona è servita solo in parte da sistemi depurativi, ma gli impianti funzionano a pieno regime. Lo stesso Villarosa aveva effettuato un sopralluogo al depuratore dei Cantoni, appurandone l’efficienza. In quell’occasione, il deputato aveva anche preso posizione sulla vicenda di Goletta Verde, parlando di “forme di inquinamento relative a possibili scarichi illegali diretti (a mare) o indiretti (nei vari torrenti Longano, Idria, Mela e Patrì)”.
Giovanni Passalacqua