MESSINA – Va al vaglio preliminare l’inchiesta sulla morte di Olga Cancellieri, morta il 20 novembre dello scorso anno in pieno centro. Indagato è il giovane Lorenzo Sciabbà, alla guida della Ducati Multistrada che ha impattato lo scooter dell’avvocata, in via Centonze, nei pressi di un noto ritrovo dove lei aveva appena trascorso la serata.
L’ipotesi di reato, per lui, è di omicidio stradale, ma agli atti dell’inchiesta ci sono tanti elementi che il giudice deve valutare. Il ragazzo viaggiava a oltre 75 km orari in una zona dove il limite è 50. Gli accertamenti tecnici hanno evidenziato che Olga si era immessa nell’incrocio dove era lei ad avere lo stop. E questo è il primo elemento al vaglio del GUP Tiziana Leanza: ci fu un concorso di colpa? In questo caso infatti sarebbe ammissibile la richiesta del legale di Sciabbà, l’avvocato Giovanni Caroè, che invoca per il conducente della moto la messa alla prova. Si tratta di un istituto applicabile soltanto per alcuni reati, escluso in caso di condanna “piena” per omicidio stradale.
Il Giudice si è riservato la decisione e nelle more ha chiesto al difensore di presentare anche una ipotesi di come può essere scontata la “pena alternativa”. Si torna in aula tra qualche settimana, quindi, anche se una nuova data ancora non c’è. Il GUP dovrà infatti anche emettere un nuovo decreto per convocare come terzo responsabile civile l’assicurazione, citata dai familiari di Olga, costituiti parte civile con l’avvocato Patrizia Picone.
Intanto si “sgonfia” la pista relativa al 118, alla lunga attesa di un’ambulanza, mentre Olga moriva dissanguata sull’asfalto. Un caso che ha dato vita a Codice Bordeaux, il comitato civico in difesa della salute dei cittadini contro i continui tagli ai servizi di soccorso. Non c’è ancora un atto visibile che attesti in che direzione si sta muovendo la magistratura, ma gli accertamenti medici su Olga parlano chiaro: una costola, rompendosi, le ha letteralmente “bucato” il cuore, riempendole i polmoni di sangue. La sua esistenza era appesa a un filo troppo flebile per qualunque intervento tempestivo, probabilmente.