MESSINA – L’oggetto è la “presunta incompatibilità di un consigliere comunale di Messina”. Il caso Croce non smette di avere implicazioni sul piano politico e giuridico. Il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, chiede un parere al dirigente generale del Dipartimento autonomie locali della Regione. E, per conoscenza, invia la lettera al presidente del Consiglio comunale di Messina, Nello Pergolizzi, e allo stesso Maurizio Croce.
Secondo l’Avvocatura dello Stato, il consigliere è ineleggibile perché ricopre il ruolo di “soggetto attuatore” per la realizzazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione siciliana. Si tratta di una “incompatibilità degli incarichi dirigenziali, quale quello rivestito dal soggetto attuatore, con la carica di consigliere di un Comune con popolazione superiore a 15mila abitanti”, sostiene l’avvocato dello Stato Marcello Pollara. Il parere dell’Anac, Autorità nazionale anticorruzione, favorevole a Croce, non trova corrispondenza nell’organismo regionale.
A questo punto, interviene Schifani, criticato da Sud chiama Nord per la tempistica nell’invio dei due pareri dell’Avvocatura, e scrive al suo dirigente: “L’Anac e l’Avvocatura giungono a conclusioni diametralmente opposte. Di conseguenza, dato che al Dipartimento competono i rapporti con gli enti locali, compresi i poteri di vigilanza e controllo, si chiede di valutare quale dei due pareri prevalga perr evitare di gravare l’erario pubblico di spese per eventuali contenziosi”.
Da parte sua, il presidente Pergolizzi precisa: “Nulla cambia per il Consiglio comunale, chiamato a pronunciarsi in seduta straordinaria. In primo piano la proposta di delibera relativa alla contestazione al consigliere Croce delle cause di ineleggibilità e incompatibilità sopravvenuta di cui agli articoli 9 e 10 della legge regionale 31/1986. Rilevo che nulla cambia perché il Consiglio si occuperà dell’incompatibilità come consigliere. Al contrario, ciò che preme verificare alla Regione è l’incompatibilità come soggetto attuatore, in base all’interpretazione del decreto legge 39 su inconferibilità e incompatibilità. Altra questione che andrebbe chiarita riguarda il soggetto che ha chiesto i pareri. Nella lettera di Schifani, si scrive che a porre la questione sia stato il soggetto attuatore. Ma l’Avvocatura dello Stato di rivolge al commissario di governo contro il dissesto idrogeologico, cioè Schifani. Attendiamo risposte pure su questo”.