“Alle falsità del professor Guido Signorino (ex assessore al Bilancio nell'amministrazione guidata dal sindaco Accorinti, ndr) LEGGI QUI pluri ex, preferisco rispondere riportando la sintesi di due delle tante delibere della Corte dei Conti che ha più volte conclamato la non veridicità dei bilanci del Comune di Messina e la costante violazione delle norme contabili che disciplinano i bilanci ed i piani di riequilibrio”. Il sindaco Cateno De Luca è perentorio. E mostra i rilievi della magistrature contabile in merito alle due deliberazioni, la numero 91 del 2016 e la 232 del 2017, ritenendo “sia il caso di evidenziare solo alcune delle motivazioni poste a rilievo nei confronti dell’Ente”.
Il primo cittadino entra nel merito della questione: “Come di consueto – spiega – si rileva il ritardo nell’approvazione dei documenti contabili sia di rendiconto che di previsione. Nello specifico la Corte osserva il mancato rispetto della normativa in materia di armonizzazione in merito alla predisposizione della nota integrativa al Bilancio di previsione che serve ad allineare i bilanci del Comune con quelli delle partecipate (i bilanci del Comune prevedono una cosa mentre i bilanci delle partecipate prevedono tutt’altra cosa).
Per quanto concerne il calcolo dei parametri di deficitarietà strutturale, condizione imprescindibile per l’Ente che si è avvalso della procedura di Riequilibrio, la Corte rileva ancora una volta la difformità di calcolo tra l’organo di revisione ed il Comune di Messina per quanto al calcolo del parametro 6 (volume complessivo delle spese di personale a vario titolo rapportato al volume complessivo delle entrate correnti desumibili dal Titolo I-II-III superiore al 38 %).
Tale condizione, rimandata alle competenze della Commissione ministeriale per la valutazione del Piano di riequilibrio – chiosa De Luca – è un aspetto di rilevante importanza che avrebbe addirittura negato la possibilità del Comune alla adesione al Piano di riequilibrio pluriennale (dissesto e non piano di riequilibrio)”.
L’attenzione viene poi spostata sui debiti fuori Bilancio. “La Corte dei conti – taglia corto De Luca – rileva il formarsi di una consistente massa debitoria alla chiusura dell’esercizio senza riuscire nei fatti a procedere al riconoscimento di quella già censita dall’Ente che ammonta a circa 80milioni di euro”.
Il sindaco giunge agli organismi partecipati: “La Corte dei conti – spiega – sottolinea in entrambe le deliberazioni tra gravi criticità rispetto a:
a) mancato conseguimento obiettivi piano di razionalizzazione.
b) incapacità del sistema informativo rispetto all’assunzione dei dati economico-patrimoniali delle società partecipate.
c) mancata conciliazione dei rapporti creditori e debitori.
d) comunicazione dei dati e rispetto termini approvazione bilanci società.
e) rapporti debitori del Comune con le società.
Nella stessa sezione – prosegue De Luca – si fa esplicito riferimento alla condizione delle perdite delle principali società partecipate con l’aggravio della situazione economica in capo all’Ente. Particolare interesse assume la nota al punto l) in merito al trasferimento dei lavoratori da Feluca ad Amam sul quale nulla si vuole scrivere più di quanto già agli atti degli organismi competenti. Non di secondaria importanza è il rilievo sulla mancata corretta tenuta degli inventari che costituisce la palese condizione di oggettiva capacità gestionale dei beni propri dell’Ente”.