La Fp Cgil denuncia il dramma in cui sono cadute 30 famiglie dei lavoratori del servizio di vigilanza venatoria che dopo essere rimaste vittime per più di 1 anno dell’incapacità della burocrazia della Città Metropolitana a concludere una procedura di gara per l’affidamento del servizio, ora devono affrontare la decisione del sindaco metropolitano che con proprio atto di indirizzo dà mandato di revocare la gara per l’affidamento del servizio di vigilanza ambientale.
Di fatto è stato disatteso l’accordo sottoscritto in prefettura nel 2017 complice l’incapacità della burocrazia della Città Metropolitana ed ora la decisione del Sindaco, con il rischio concreto di non garantire in fase di emergenza (incendi, controllo venatorio sui cinghiali etc) un importante servizio al territorio e di vanificare la speranza di lavoro per 60 giorni per 30 lavoratori.
"Appare non superfluo – si legge in una nota diramata dal sindacato – ricordare che si tratta di lavoratori di una ex partecipata della Città Metropolitana che hanno perso il lavoro per il fallimento della società e che nonostante anni di battaglie sono ancora in una condizione di disperazione".
La Fp Cgil contesta i contenuti dell’atto di indirizzo in quanto le poche risorse economiche destinate al servizio provengono dalla risorsa 6, a destinazione vincolata per la tutela ambientale, e non contribuiscono all’equilibrio di Bilancio. Appare pertanto infondata la motivazione dell’atto di indirizzo senza tener conto di tutti gli eventuali contenziosi e relative spese (oltre quelle già cospicue effettuate per la predisposizione della gara) che tale scelta potrebbe determinare.
"Siamo certi – dichiara Francesco Fucile, segretario generale della Fp Cgil, che il sindaco metropolitano è stato male informato sulla intera vertenza e per questo abbiamo richiesto uno specifico confronto nonché la riattivazione del tavolo prefettizio per scongiurare il dramma 30 lavoratori".