Politica

“Caso Miramare”, a Reggio i consiglieri di maggioranza lasciano l’aula

REGGIO CALABRIA – Si è tenuta stamattina la riunione della Commissione consiliare Controllo e garanzia convocata dal presidente Massimo Ripepi per votare sulla relazione conclusiva, dove risultano acquisiti documenti e contributi, dichiarati in Commissione, sulla mancata costituzione di parte civile del Comune di Reggio Calabria nel Processo Miramare.

Invocati provvedimenti drastici

Il documento della minoranza consiliare, si legge in una nota diramata dallo stesso Ripepi, è «una pesantissima ma obiettiva lettura degli atti» e sarà inoltrato a diverse Autorità (procuratore della Repubblica, Ministro degli Interni, Prefetto, Presidente Anac, procuratore Regionale presso la Corte dei Conti, Presidente della Corte dei Conti Calabria), perché accertino responsabilità ed assumano solleciti e drastici provvedimenti».

Repentino abbandono della seduta

La maggioranza consiliare presente ai lavori della Commissione, «preso atto della relazione conclusiva, firmata dai consiglieri di minoranza, che hanno dato prova di determinazione e solida compattezza, si è immediatamente dematerializzata con l’improvviso abbandono della seduta: nulla di più di un espediente per fare mancare il numero legale, che comunque tradisce il tangibile disorientamento delle truppe a sostegno dell’amministrazione ancora in carica».
Sempre stando a Ripepi & c., «il solo consigliere Carmelo Versace non ha perso la calma: rimasto al proprio posto, ha eccepito l’intempestiva convocazione della riunione», ora riconvocata per martedì prossimo, il 4 aprile.

«Prenderanno le distanze o proveranno a coprire i fatti?»

Stando agli oppositori, «il dato politico è impressionante, perché consegna all’opinione pubblica cittadina il fuggi fuggi generale di chi dovrebbe assumersi le proprie responsabilità». E proprio Ripepi rileva: «L’obiettivo è che tutti a Reggio possano sapere se i “topi” che oggi sono scappati dalla nave che affonda decideranno, con rinnovato senso di responsabilità, di denunciare i gravissimi fatti emersi dall’indagine consiliare, prendendone le distanze, e dichiarandosi pronti a collaborare con le altre Istituzioni; oppure, al contrario, se assumeranno condotte fiancheggiatrici e di copertura».