“Una letterina tardiva e inutile. Serve ben altro”. Non usa mezzi termini il deputato nazionale Udc Gianpiero D’Alia dopo aver ricevuto la lettera che il sindaco Accorinti ha inviato nelle scorse settimane all’assessore regionale Lucia Borsellino in merito alla vicenda Papardo-Piemonte. Nel frattempo però non solo dalla Regione non si è mossa foglia ma il direttore generale dell’azienda Michele Vullo ha anticipato il trasferimento del punto nascita al Piemonte dimostrando di non voler ascoltare nessuna delle voci istituzionali. Per D’Alia insomma una “letterina” non basta e lo dimostra appunto quanto accaduto ed il fatto che dalla Borsellino non sia arrivata nessuna risposta ufficiale.
“Pur apprezzando lo sforzo tardivo dell’Amministrazione- scrive il deputato Udc che ha ricevuto la lettera oggi– francamente faccio fatica a comprenderne l’utilità. Il tema non è legato solo all’accorpamento (sbagliato) di due strutture in una unica al Piemonte ma alla quantità e alla qualità dei servizi che il Servizio sanitario regionale offre alla città. La seduta straordinaria del consiglio comunale, doveva essere l’occasione in cui costringere il manager dell’Asp, quello del Policlinico e quello dell’Azienda Ospedaliera Papardo-Piemonte a lavorare insieme, coordinando l’offerta dei servizi sul territorio senza più sprechi e baronie sanitarie varie, superando quel delirio di onnipotenza e di autoreferenzialità proprio – ormai da tempo – di chi è investito di un ruolo così delicato. Tutto ciò in maniera trasparente e sotto la vigilanza della massima autorità sanitaria locale: il sindaco. In realtà, e ciò a causa dell’atteggiamento inutilmente scodinzolante dell’amministrazione, il consiglio comunale si è trasformato in una sorta di improprio rodeo, aggravato dalle dichiarazioni del direttore generale dell’Azienda Papardo-Piemonte”.
Il presidente nazionale dell’Udc pone quindi l’accento sulla necessità che si era posta il 4 agosto, di una concertazione sull’intera rete di servizi sanitari destinati ai messinesi, salvo poi vedere trasformata quella seduta in tutt’altro. Ma, ed è questa la cosa più grave, due giorni dopo quella seduta, e nonostante il sindaco avesse annunciato la sua visita alla Borsellino nella giornata di mercoledì, il direttore generale Vullo ha anticipato di 24 ore la firma della delibera, facendo chiaramente intendere che non avrebbe tenuto in nessuna considerazione la volontà dell’amministrazione, dei consiglieri e della politica tutta. Un simile comportamento, secondo D’Alia, avrebbe meritato una risposta ben più dura di una lettera alla Borsellino, che in teoria dovrebbe essere il vertice politico dal quale dipendono le decisioni sul riordino della rete ospedaliera. Proprio per questo il deputato si è rivolto con un’interpellanza urgente direttamente al ministro della salute Beatrice Lorenzin (vedi articolo allegato) per gli interventi di sua competenza nei confronti di un disegno posto in essere che va in direzione opposta ad una programmazione nazionale e regionale, peraltro già finanziata.
“Per questo- conclude D’Alia- penso che la letterina all’assessore Borsellino, sia tardiva e forse anche inutile se non è preceduta da un confronto vero e concreto con i vertici della sanità messinese per definire un quadro unitario di presidi e strutture sanitarie (Piemonte compreso) al servizio dei cittadini”.
Nella missiva trasmessa dal sindaco alla Borsellino (rimasta senza risposta ufficiali) e che adesso è stata inviata alla deputazione e agli ordini professionali per farne una sorta di appello corale, si riassumeva quanto accaduto nell’ormai nota seduta aperta del 4 agosto e quanto deliberato dal direttore generale nei giorni successivi.
Di fronte al fatto compiuto Accorinti scrive: “Il Sindaco non può disconoscere le indicazioni che provengono da esigenze di natura finanziaria (spending review) e le ricadute che queste hanno nelle scelte strategiche e vincolanti dettate dall'Assessorato regionale, ma è pur vero che, proprio la limitatezza delle risorse, deve rendere massima l'attenzione sull'ottimizzazione dell'uso che di esse si farà. Pertanto, per lo specifico problema dell'Ospedale Piemonte, accogliendo proposte che da più parti sono pervenute, il Sindaco chiede al Sig. Assessore per la Salute di valutare attentamente l'opportunità, se accorpamento deve essere realizzato, di creare un solo punto nascita e polo materno infantile di 2° livello, determinando questa condizione nella razionale allocazione a nord della Città, ovvero nell'Azienda Papardo”. Per motivare questa scelta il sindaco ricorda la presenza al Papardo dell'Unita' trasfusionale, dell'Anestesia e Rianimazione, di un attrezzato laboratorio H/24 e dell'eliporto. Ma il punto nascita al Papardo rappresenta anche una garanzia per la popolazione della zona nord e dei villaggi, mentre a sud resterebbe il Policlinico.
“Il Piemonte, invece, – prosegue Accorinti- dovrebbe mantenere e potenziare la sua vocazione di struttura per la garanzia dell'emergenza/urgenza. Lì potrebbe trovare adeguato sviluppo dedicato ad attività ambulatoriali e diagnostiche multidisciplinari, ma anche alla riabilitazione fisica, neurologica, cardiologica, respiratoria, con degenze dedicate solo per RSA, fornendo servizi quindi oggi assai richiesti e qualificanti e spesso oggetto di lunghe liste di attesa, per le quali la <centralità> della struttura favorirebbe soprattutto l'accesso e la fruibilità agli anziani ed alle fasce deboli”.
Il primo cittadino ricorda che comunque le decisioni dovranno essere prese in un tavolo tecnico con tutte le parti interessate. Il problema, non di rapida soluzione, è che nel frattempo, da quel 4 agosto, il direttore generale ha già disposto il trasferimento del punto nascita al Piemonte e dall’11 luglio, nel caos e nell’incertezza, le gestanti della zona nord sono costrette a partorire nel nosocomio del viale Europa, senza sapere, peraltro, se ci sarà posto o se ci sarà il loro medico curante. Lentamente il disegno di chiudere l’ospedale Piemonte, avviato una decina di anni fa, sta prendendo corpo e servirà molto più di una lettera per cambiare rotta.
Rosaria Brancato