TAORMINA. L’uso dei palazzi storici comunali di Taormina, adibiti a manifestazioni culturali, passerà da un regolamento comunale. L’ordine del giorno urgente presentato dal consigliere Eugenio Raneri, ha riscontrato il favore dell’aula con 7 voti favorevoli e due astensioni. L’obiettivo è quello di disciplinare la concessione dei “palazzi” di proprietà del Comune in virtù della normativa vigente in materia. Raneri ha presentato un atto articolato, nel quale ha fatto una serie di esempi in merito ad iniziative nei luoghi in argomento ed alle relative concessioni: ex pretura, archivio storico e Palazzo Corvaja su tutti. Raneri sottolinea che “sulle varie questioni ad oggi sollevate, l’Amministrazione comunale, più volte sollecitata, non ha ritenuto di proporre un regolamento sulla materia da sottoporre per l’approvazione, dopo le procedure di legge, al Consiglio comunale”.
Ha quindi sottoposto ai consiglieri l’iter procedurale, allegando la bozza di regolamento. Un punto di partenza concreto, insomma. “Il Comune di Taormina – si specifica nell’ordine del giorno – è proprietario, per come risulta dall’inventario, di beni immobili e relative pertinenze di uso pubblico per destinazione”. Vengono indicati uno ad uno: Palazzo Badia Vecchia, Palazzo Corvaia, Palazzo dei Congressi, Palazzo Duchi Santo Stefano, Palazzo della Pretura, Palazzo comunale (adibito a Centro anziani), l’ex Chiesa S. Maria dei Greci, l’ex Chiesa del Carmine, l’ex Chiesa San Giovanni dei Cavalieri di Malta, l’ex Chiesa-Convento Sant’Agostino (Piano inferiore, adibito ad “Archivio Storico”), l’ex Chiesa-Convento Sant’Agostino, adibito a Biblioteca comunale, l’ex Chiesa di San Francesco di Paola, adibita a Museo, l’ex Circolo degli Stranieri, Casa Grandmont e Parco Giardino pubblico, Via Bagnoli Croci.
In un intervento duro e articolato, la segretaria Rossana Carrubba si è soffermata in particolare sulle affermazioni fatte in Consiglio comunale dai consiglieri di opposizione Eugenio Raneri e Pinuccio Composto, che hanno espresso forti critiche sulla gestione e l’utilizzo del patrimonio comunale ed in particolare per quanto concerne i palazzi storici.
“Ribadisco che nell’Ordinamento italiano degli Enti locali – ha spiegato la dottoressa Carrubba – esiste la separazione tra l’attività di indirizzo politico e l’attività di gestione. Da quando sono qui, sempre sugli immobili, ho fatto delle delibere, due o tre, sugli immobili, nella Giunta a cui partecipo e di cui curo anche con attenzione la legittimità dell’atto. L’esecutivo ha dato la concessione di determinati immobili a delle associazioni per fare delle mostre. Era previsto un protocollo d’intesa allegato, che io ho valutato, ed un compenso comunque per il Comune. Come correttamente è stato detto tutto quello che è da evitare è la discrezionalità e non la parità di trattamento, che è un obbligo della pubblica amministrazione. Per cui il regolamento per la gestione degli immobili e per la concessione dei palazzi storici, viste le situazioni che sono emerse, è imprescindibile. Ritengo che esaminerò il tutto – aggiunge la segretaria – e chiederò agli uffici di produrre la documentazione sull’esistenza di contratti, che vengono definiti protocolli d’intesa ma che, come correttamente ha detto il consigliere Raneri, altro non sono che contratti. Li chiamano convenzioni e protocolli d’intesa ma sempre contratti rimangono, che vincolano le parti. Per cui chiederò lumi sull’esistenza di contratti già in essere, rispetto ai quali valuterò se mantenerli al solo fine di evitare contenziosi. Un’altra cosa che tengo a precisare è che i contratti, gli atti cioè gestionali, devono essere firmati dai dirigenti. L’organo politico non ha competenza a firmare i contratti".