“La Commissione Tecnica Specialistica per le autorizzazioni ambientali regionali ritiene che lo Studio ambientale per l’analisi e la risoluzione delle problematiche inerenti la non conformità ‘Eu Pilot 6730/2014/Envi’ per la Città di Messina (prodotto dall’Ufficio Speciale per la Progettazione regionale con l’allegato Misure di mitigazione ambientale) contiene l’insieme delle misure di mitigazione e di compensazione per arginare, compensare e/o ripristinare gli habitat naturali e le popolazioni di specie di fauna e flora selvatiche in uno stato soddisfacente”.
Ecco l’atteso parere regionale che pone fine a oltre 14 anni di “lotte” burocratiche, con in prima linea gli ordini professionali di architetti e ingegneri che lamentavano difficoltà per gli interventi edilizi, anche piccoli, in Zona a protezione speciale, su oltre il 70 % del territorio comunale. Qui un nostro articolo del novembre 2007.
Si era poi aggiunta una denuncia di infrazione delle norme europee, il cosiddetto caso “Eu Pilot”, con cui si segnalava una compromissione dell’integrità dei siti Natura 2000 Zps (dorsale Curcuraci – Dinnammare e area marina dello Stretto di Messina – laghi di Ganzirri – monti Peloritani) per la mancata attuazione di misure di mitigazione ambientale del tessuto edilizio esistente a tutela degli habitat delle specie di uccelli che sorvolano la città.
L’assessore all’urbanistica, Salvatore Mondello, rivendica il merito di aver preso in mano e risolto una questione che era in fase di stallo.
Il Comune di Messina ha così affidato alla professoressa Maria Cerreta, dell’Università di Napoli, uno studio, base del nuovo Prg, sulla frammentazione degli habitat e gli effetti sulla specie, alla luce delle misure di conservazione previste dal Piano di Gestione Monti Peloritani e dal Decreto Ministeriale del 17 ottobre 2007.
E’ stato, però, necessario ancora un altro passaggio. “La commissione – dice il dirigente dell’Ufficio speciale per la progettazione regionale, Leonardo Santoro – contestava che il primo piano mandato dal Comune di Messina aveva un taglio urbanistico e non ambientale, quindi non risolveva le criticità. Poi il Comune mi ha contattato e abbiamo prodotto un nuovo studio che ora ha avuto esito positivo. Ho incontrato ordini professionali e associazioni ambientaliste per raccogliere una serie di indicazioni, è un risultato corale di cui tutti possiamo essere soddisfatti”.
Cosa succederà ora? I vincoli che estendevano le Zone di protezione speciale alla gran parte del territorio urbano potranno coesistere con nuovi criteri di sviluppo sostenibile.
Quali? “Abbiamo proposto la realizzazione di ‘serbatoi verdi’ nelle aree degradate – dice Santoro – e opere per la ‘rivalutazione ecologica di interfaccia’, cioè la messa a dimora di alberi e siepi negli spazi liberi attorno ai condomini. Per palazzi e nuove concessioni edilizie, invece, abbiamo accolto i suggerimenti del Wwf: dovranno avere coperture verdi, terrazze orizzontali da attrezzare a giardino, i cosiddetti ‘tetti verdi’ in luogo di tetti a falda, ed evitare facciate riflettenti”.