L’allarme l’aveva già lanciato a più riprese l’ex commissario Filippo Romano che,così come i colleghi delle altre ex province dell’isola, si è trovato con un Ente sull’orlo del dissesto, tra tagli ai contributi e continui prelievi.
Inevitabile quindi che la Corte dei conti rilevasse, anche per l’ormai ex Provincia di Messina, una serie di criticità al bilancio consuntivo 2014 che richiedono alcuni correttivi. Purtroppo le casse esangui degli Enti intermedi hanno comportato conseguenze gravi per i servizi e per i dipendenti.
Con la delibera n. 74 CC del 16 luglio del 2015 l’ex commissario ha approvato il consuntivo relativo al 2014 e la Corte dei Conti ha riscontrato alcune criticità,e con delibera n° 140 del 9 giugno ha ordinato all’Ente (ormai diventato Città Metropolitana) le misure correttive da adottare.
La magistratura contabile ha preso atto “che l’Ente continua a versare in condizioni di defìcitarietà strutturale determinate dal valore negativo del risultato contabile di gestione, dal volume complessivo delle spese per il personale, dalla consistenza dei debiti fuori bilancio e dall’esistenza di procedimenti di esecuzione forzata”.
I punti sui quali intervenire, secondo la Corte dei Conti sono: Squilibri di bilancio (disavanzo di competenza – consistente utilizzo di avanzo di amministrazione per la gestione corrente) Consistente presenza di debiti fuori bilancio riconosciuti, da riconoscere. Errata imputazione delle poste allocate all'interno dei Servizi per c/terzi; Problematiche diverse inerenti gli Organismi partecipati.
Secondo anche quanto chiarito dalle controdeduzioni presentate in estate da Romano,per quanto attiene agli squilibri di bilancio è evidente che è frutto anche di una “conclamata carenza di entrate, determinatasi in conseguenza dell’applicazione delle note norme di finanza pubblica, molto penalizzanti per l’Ente. Si fa osservare che questa Città Metropolitana ha messo in essere una decisa azione di contenimento delle spese correnti, attuando per quanto concerne i fitti passivi e le spese di trasporto dei disabili, iniziative che hanno comportato un notevole risparmio della spesa corrente. Contenimento che, per quanto sia stato attuato nella massima entità possibile, non ha potuto superare le difficoltà finanziarie causate dai tagli ai trasferimenti sia regionali che nazionali e dal gravoso noto contributo imposto alle ex Province”.
Insomma nelle attuali condizioni degli Enti intermedi siciliani miracoli non se ne potevano fare anche perché la riforma ha paralizzato tutto per oltre 3 anni.
Per quanto riguarda i debiti fuori bilancio il servizio legale dell’Ente ha operato in questi 2 anni migliorando la situazione debitoria grazie all'attività transattiva e stragiudiziale. Ma nei prossimi mesi si procederà ancora anche sul fronte del riconoscimento di tutti i debiti fuori bilancio.
La nota dolente restano le partecipate, in merito alle quali nel 2015 l’ex Provincia ha trasmesso alla Corte dei Conti il Piano Operativo di razionalizzazione delle “Partecipate”. Gli organismi da dismettere sono: Gal Castell’Umberto Nebrodi, Centro Mercantile, APEM, Associazione Ente Teatro, Progeta e Taormina Etna.; gli organismi già in liquidazione sono 12, e precisamente: ATO 1,2,3,4,5; Innovabic, Feluca, Nettuno, Multiservizi, Vigilanza Venatoria, SOGAS, Gal Valle dell’Alcantara. gli organismi da mantenere sono: SRR Area Metropolitana, SRR Messina Provincia, SRR Isole Eolie.
Restano confermati i risparmi calcolati dalla fuoriuscita da Consorzio Quarit e dal non pagamento delle quote associative ai GAL Castell’Umberto Nebrodi, Nebrodi e Valle dell’Alcantara. Nel frattempo sono state espletate tutte le gare di vendita delle azioni e delle quote delle partecipate. Per le Società ATO ME 2, Progeta, Associazione Ente Teatro, APEM e Gal Valle Alcantara, non avendo esse presentato da diversi anni bilanci, è stato chiesto alla Camera di Commercio di Messina e a quella di Catania di verificare la loro situazione. Per il Centro Mercantile le quote sono state offerte in opzione ai soci dello stesso Centro; per quanto riguarda il Centro per lo sviluppo culturale per la Sicilia nel giugno 2013 la Provincia Regionale e il consorzio hanno stipulato un protocollo d’intesa per le nuove occasioni di sviluppo socio – economico ed occupazionali (quindi resta in piedi). Le partecipate interpellate infine, non hanno ancora fornito a Palazzo dei Leoni, nonostante le sollecitazioni, i piani liquidatori, al punto che l’ufficio partecipate non ha potuto far altro che ribadire quanto scritto in una relazione del 31 marzo scorso.
La Corte dei Conti ha dato quindi 60 giorni alla Città Metropolitana per attuare le misure richieste, pertanto con la delibera 30 del 13 settembre l’ex commissario ha disposto l’adozione dei provvedimenti richiesti: “si dispone che il Dirigente della II Direzione “Affari Finanziari e Tributari” continui l’azione volta al contenimento delle spese correnti suscettibili di revisione, continuando altresì ad attuare la politica di riduzione dei fitti passivi e di quant’altro è possibile ridurre, pur nel difficile momento economico finanziario che l’Ente sta notoriamente vivendo”. Per quanto attiene le partecipate l’invito è a perseverare nell’attività finora svolta per completare l’iter di dismissione.
Rosaria Brancato