La riapertura del presidio del 118 di Castanea è adesso molto più vicina. L’amministrazione comunale che nel corso dei vari incontri sul territorio era stata sollecitata in questa direzione da una petizione affinchè quel presidio così importante per il villaggio riaprisse battenti dopo 7 anni, si è mossa rapidamente e nelle prossime settimane ci sarà un sopralluogo del commissario Sues Drago.
“Ho ascoltato i racconti dei residenti di Castanea- ha spiegato l’assessore Massimo Minutoli- e purtroppo devo dire che si rischia di morire per assenza di questo presidio. A volte anche un minuto in più o in meno nei soccorsi fa la differenza tra la vita e la morte. Mi ero occupato della questione anche come Protezione Civile, da quando il crollo del tetto di fatto ha reso inagibile la sede e l’Asp ed il 118 decisero di chiuderlo. Ma adesso dobbiamo intervenire”.
C’è già stato un primo sopralluogo dell’assessore Minutoli insieme ad Enzo Picciolo dell’Asp al responsabile provinciale 118 Mimmo Runci ed alla dirigente didattica dell’istituto scolastico di Villa Lina (il presidio si trova all’interno del plesso dell’elementare di Castanea) e sono stati individuati gli interventi da effettuare a carico del Comune.
“I lavori non sono particolarmente complessi, ho già avuto un colloquio con la Seus e stiamo programmando un sopralluogo con i tecnici ma la disponibilità a riaprire il presidio c’è tutta”, conclude Minutoli.
Intanto a Castanea è esplosa una polemica tutta social tra il Comitato ed un rappresentante politico del territorio per l’individuazione di chi fosse “il merito” della futura riapertura del presidio.
E’ una storia che fa comprendere quanta distanza si stia creando tra realtà e social e tra la politica e il territorio. Di fronte a vicende come queste non conta “chi” deve mettere il cappello, ma la soluzione dell’emergenza.
“ Qualche mese fa a Castanea delle furie- racconta una rappresentante del Comitato che ha raccolto le firme per la petizione– succede ciò che non vorresti mai che si verifichi: un bambino dell’asilo, purtroppo affetto da disabilità, rischia il soffocamento e si salva grazie all’intervento un operatore scolastico che nel tempo libero si occupa di volontariato. Da qui nasce l’esigenza per alcune mamme di salvaguardare il diritto alla salute proprio e dei propri bambini e così si indice una petizione popolare per l’apertura di un centro di primo soccorso con ambulanza proprio nel plesso scolastico dove il bambino ha rischiato la vita. La petizione prende vita e tutti la accolgono con molto entusiasmo: c’è chi fa il porta a porta, chi si prende dei fogli per farli firmare sul proprio posto di lavoro, tutti cercano di dare una mano. Si tutti… o quasi. Come in ogni storia che si rispetti ci deve essere sempre qualcuno che non è d’accordo o che fa ostruzionismo, magari il politico locale scocciato dal fatto che l’idea non è venuta in mente a lui, ma non vuole perdere l’occasione di farsi propaganda… ma anche no, tanto il 118 non darà mai l’autorizzazione, tanto non arriveranno mai a raggiungere lo scopo… Intanto nel paese continua l’impegno e sempre più gente si entusiasma all’idea: nasce la speranza. E poi avviene il colpo di scena: contrariamente ad ogni aspettativa l’amministrazione, con a capo un assessore dal cuore buono e che capisce il disagio di chi ha veramente bisogno di certi presidi, si fa carico di questo progetto. E allora le cose vanno avanti. Il giorno di Santa Rita, la santa delle cause impossibili, arriva La tanto attesa notizia: ci sono le condizioni per realizzare questo progetto e anche in tempi abbastanza brevi. È gioia nel paese: qualcuno incredulo, qualche altro ancora titubante, ma la speranza di venire finalmente ascoltati tiene alti i morali di tutti, soprattutto di coloro che in questa impresa hanno sempre creduto mettendoci anima e corpo. Bel finale direte voi… e invece no! Non poteva mancare il ritorno del politicante locale che rendendosi conto che l’impresa non era poi così impossibile ha deciso di cogliere la palla al balzo. Ma come fare per tornare ad essere il paladino della comunità? La soluzione è la più scontata: pubblicare un bell’articolo nel quale si proclama il proprio impegno, poco importa se inventato, la gente crederà alla carta stampata! E così è stato… ovvia la reazione della comunità interessata che insorge sui social perché tutti sappiano la verità”.
La polemica prosegue sui social con un botta e risposta tra le mamme del Comitato e il politico, che posta anche un articolo del 2017 per rivendicare la sua battaglia degli anni scorsi. Così invece di essere uniti inuna battaglia che comunque deve arrivare al traguardo e riguarda la comunità, si assiste al formarsi di fazioni.
“Bisognerebbe domandarsi- continua la lettera- se il punto focale della questione sia l’attribuzione dei meriti o la realizzazione dell’obiettivo e perchè tutto il livore e la passione utilizzati negli ultimi giorni per rimarcare la propria posizione, non siano stati invece stati impiegati dal 2017 per garantire i diritti della comunità. Bisognerebbe chiedersi come mai le stesse persone che ci rappresentavano anche quando qualcuno ha deciso di eliminare il presidio già esistente a Castanea, non solo non abbiano fatto niente per impedire che ciò avvenisse, neanche preoccuparsi di avvertire la comunità, pretendono oggi a gran voce di sollevarsi a paladini della giustizia dietro la tastiera di un pc, sventolando come bandiere della vittoria vecchie richieste protocollate e mai realmente seguite”