“Il Piano di protezione dell’ambiente, decontaminazione, smaltimento e bonifica, parte fondante del programma elettorale di Accorinti ha dovuto attendere oltre 3 anni per essere avviato e non per scelta di politica sociale, ma perché imposto dalle scadenze della Legge Regionale 8/2016”. Così il portavoce della Scuola Politica Pietro Grioli a proposito dell’avvio del censimento dell’amianto da smaltire e bonificare.
Scuola Politica nell’evidenziare i ritardi dell’amministrazione nel presentare il cronoprogramma alla Regione ricorda le demolizioni incomplete del rione Taormina, l’incognita di Fondo De Pasquale, Camaro Sottomontagna, rione Matteotti, Fondo Saccà, tutti segno di un degrado che non trova soluzioni.
“La approssimazione di questa Giunta è nelle affermazioni dell’Assessorato all’ambiente che quantifica in 25 mila metri quadri la presenza di amianto nelle case dei messinesi, quando si sa bene che l’amianto, spesso ammalorato, rotto e in condizioni di esposizione pericolose per la salute collettiva, ammonta a 300 mila metri quadri- si legge nella nota- Questo il dato contenuto nell’ultimo censimento del 2003, e considerato che in 13 anni non è stata portata a termine nessuna significativa operazione, il solo dato numerico di riferimento. Questo è il rapporto diligentemente e in tempi record trasmesso ai responsabili del Comune dal comandante della polizia municipale Ferlisi. Restano pericolose le aree di Valle degli Angeli e di Fondo Pugliatti, alcune zone di Contesse, Tremestieri, Galati e Mili, ma anche di Curcuraci e di Faro Superiore-Ma il paradigma dell’abbandono e del degrado rimane ancora il “villaggio di amianto” di Fondo Fucile. Malgrado più di 13 anni di battaglia di molti, come l’ex assessore Pietro Currò padre dell’unico censimento effettuato, e due denunce alla Procura della Repubblica tra il 2009 e il 2012, solo 20 famiglie hanno lasciato quelle baracche. Su azione promossa nel 2002 da quell’ex Assessore attraverso un bando di acquisto di alloggi privati a San Filippo”.
La nota di Grioli conclude sottolineando come alle spalle della scuola Albino Luciani, ci sono 140 nuclei familiari che continuano a dover convivere con il degrado e con i rischi provenienti dalla mancata bonifica dall’amianto.