La lunga giornata dei migranti a Palazzo Zanca: “Prefetto Trotta leva le tende”. LE FOTO

Un gruppo è rimasto a Palazzo Zanca per tutto il giorno, alcuni vagavano per i corridoi con lo stesso sguardo smarrito che vediamo nei loro occhi quando li incrociamo per strada, altri sono rimasti ore ed ore nel Salone delle Bandiere in assemblea permanente. La lunga giornata dei migranti che non volevano assolutamente rientrare nelle tende, dopo l’allagamento della notte scorsa, si è conclusa solo in tarda serata, quando finalmente il gruppo di giovani si è convinto a lasciare Palazzo Zanca ma solo per trasferirsi all’Oasi, la struttura gestita dalla parrocchia di San Gabriele dove già avevano trascorso la scorsa notte. Si sono presentati al Comune ieri mattina, hanno atteso il Sindaco, hanno provato a capire cosa era stato detto durante la conferenza stampa convocata a sorpresa da Accorinti e dall’assessore Filippo Cucinotta. I migranti ospiti nella tendopoli del Pala Nebiolo hanno trascorso così il giorno dopo il violento temporale che ha totalmente allagato il campo. I Vigili del Fuoco in serata hanno dato il via libera per rientrare nella struttura, ma in tanti non ne hanno voluto sapere. Insieme a loro il Circolo Arci Thomas Ankara e gli attivisti del Teatro Pinelli, voce dei migranti, che con la loro presenza hanno voluto denunciare le troppe cose che non funzionano in quella tendopoli.

Il Sindaco ha voluto ancora una volta fare chiarezza sulla vicenda. “La nostra posizione è chiarissima, siamo dalla parte dei migranti e per noi l’unica soluzione è la requisizione del villaggio Le Dune. Ieri nel corso di un dialogo con la Prefettura, è stato comunicato che l'accettazione o meno della nostra richiesta è stata rivolta direttamente al Ministero dell'Interno, da cui attendiamo la risposta definitiva. Non abbiamo alternative. Avevamo pensato anche al Marconi ma la struttura è in condizioni disastrose” ha spiegato il Sindaco. L’assessore Cucinotta e l’esperta alla mediazione Clelia Marano hanno poi fornito i numeri dei migranti attualmente presenti nel campo del Pala Nebiolo: al momento sono 200, di cui 18 donne e tre minori in fase d accertamento. Accorinti ha anche aggiunto che è stato chiesto all’Asp di effettuare un’ispezione nella tendopoli per verificare le condizioni igienico-sanitarie del campo profughi.

I chiarimenti dell’amministrazione non sono però bastati a placare gli animi. Subito dopo nel Salone delle Bandiere si è svolto un incontro con gli esponenti dell’Arci. Ibrahim, uno dei giovani migranti, aiutato da un interprete, ha spiegato in che condizioni vivono i profughi del Pala Nebiolo. C’è un solo interprete di madre lingua somala, il cibo è insufficiente e non adeguato alle esigenze, mancano lavanderia e stireria, ci sono solo tre bagni, l’abbigliamento fornito non è adatto alla stagione invernale, il kit per l’igiene personale non basta, non viene erogato il pocket money in denaro necessario per mettersi in contatto con le proprie famiglie, l’assistenza sanitaria è inadeguata perché i medici si recano al campo solo nelle ore serali. Tutti questi punti sono stati inseriti in un documento che spiega i motivi della protesta, che ricorda i punti cardine della convenzione stipulata per offrire assistenza ai migranti. Convenzione che, secondo quanto denunciato dagli stessi migranti e dai movimenti che stanno provando ad aiutarli, non viene rispettata. Per questi motivi da ieri molti di loro hanno deciso di avviare uno sciopero della fame. Un’estrema forma di protesta, come tante altre se ne registrano negli altri centri di accoglienza siciliani, che dimostra l’impreparazione della città di Messina ad affrontare una tale emergenza. N

Intanto ieri il deputato nazionale 5 Stelle Francesco D'Uva, accompagnato da alcuni attivisti del MoVimento 5 stelle di Messina e del circolo Arci Thomas Sankara, ha effettuato un sopralluogo presso la tendopoli. Un sopralluogo che segue quello del deputato regionale Valentina Zafarana e che ha confermato che “la tendopoli si presenta in condizioni assolutamente non conformi per quello che dovrebbe essere un campo di accoglienza”. Benché in presenza di una situazione di temporanea emergenza, sia la legislazione comunitaria, quanto il diritto interno, richiedono espressamente che le più elementari condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza delle strutture ospitanti devono essere necessariamente garantite. D’Uva ha confermato quanto denunciato dai movimenti e dai migranti. “Le condizioni in cui sono costretti a vivere queste persone non è quella che dovrebbe garantire un Centro di accoglienza a norma di legge. Chiedo con forza che le altre istituzioni prendano atto di quanto ho potuto loro riportare grazie a questo sopralluogo. Dobbiamo garantire a queste persone la loro dignità di essere umani, garantendo i più essenziali diritti civili. Spero che il Ministero dell'Interno, di concerto con la Prefettura di Messina, dispongano lo spostamento di queste persone all'interno di strutture idonee, così come più volte sollecitato dalla stessa amministrazione comunale".

LA GALLERY E’ DI GAETANO SACCA’