Un fallimento totale. Il Pd boccia senza pietà l’Amministrazione comunale sul tema dell’igiene cittadina e non è la prima volta. Il segretario cittadino Giuseppe Grioli, il coordinatore dei consiglieri comunali Felice Calabrò e altri consiglieri prendono di mira ancora una volta il sindaco e la sua Giunta, denunciando «l’assenza di programmazione» da cui derivano le carenze negli interventi «di ordinaria manutenzione, la pulizia delle spiagge, la pulizia dei torrenti, la scerbatura». Grioli va dritto al punto: «Da quasi un anno tutte le azioni della giunta comunale e dell’Ato sono concentrare sull’eliminazione di Messinambiente. Forse l’unico esempio di un Comune che tenta di eliminare la società di cui è proprietario con tutti i mezzi e contro la volontà del consiglio comunale». Secondo il segretario cittadino del Pd «l’esecutivo di Palazzo Zanca è ostaggio delle logiche accentratrici e fallimentari di Buzzanca, che tra gli impegni di deputato e quelli di coordinatore provinciale del Pdl, ogni tanto ricorda di essere stato eletto sindaco, cimentandosi in qualche annuncio epocale che poi non trova alcuna realizzazione». Grioli è duro quando afferma che «il confine è sempre più labile tra incapacità e malafede. Qual è l’obiettivo? Di certo non l’interesse dei cittadini».
Calabrò insiste su un punto: è stato disatteso quanto chiesto ufficialmente dal consiglio comunale, su proposta del Pd, qualche mese fa, quando venne approvato un ordine del giorno che impegnava l’Amministrazione a ritirare il bando e a ricapitalizzare Messinambiente mettendo a gare il 40 per cento delle azioni per individuare un socio privato. «L’Amministrazione – attacca Calabrò – maschera la propria inettitudine con annunci di fatti epocali che tali non sono, vedi Maregrosso e la marcia indietro sull’Ecopass. E poi chiedo al sindaco: come si vuole interpretare il referendum che boccia la privatizzazione dei servizi pubblici locali relativamente alla vicenda di Messinambiente?».
Il responsabile ambiente della segreteria cittadina del Pd, Saverio Tignino, entra nei dettagli: «In questi tre anni sono state sperperate risorse pubbliche, basti ricordare l’inutile abbattimento dei pini sulla circonvallazione (100 mila euro), il fallimento della riqualificazione delle 50 piazze (350 mila euro), le fioriture stagionali a piazza Municipio e di fronte alla prefettura, la lotta al punteruolo rosso eseguita con interventi inutili e dannosi successivamente sconfessati con un’ordinanza (60 mila euro). Il servizio di potatura è stato interrotto per tre anni, col risultato di far aumentare i prezzi degli interventi, per poi iniziare a fine maggio ed essere costretti ad interromperlo perché fuori tempo».
Il Pd chiede la convocazione immediata di un consiglio comunale straordinario per affrontare nuovamente la questione igiene cittadina, di «concentrare tutti i servizi in capo a Messinambiente eliminando la polverizzazione e la duplicazione di enti, società, cooperative che comportano un innalzamento della spesa e scarsi risultati». E ancora «la realizzazione di un sistema di raccolta differenziata ed un sistema capillare di informazione e controlli della qualità del servizio».
Intanto la Cgil interviene sulla pulizia delle spiagge, dopo che il commissario dell’Ato Ruggeri ha affermato che il servizio è di competenza di Messinambiente che però ha risposto di non avere abbastanza personale per svolgerlo. «Siamo tutti sconcertati – afferma il segretario generale della Fp Cgil Clara Crocè dalle condizioni in cui versano le spiagge cittadine alla fine del mese di giugno. Ma ora non si cerchi di scaricare la responsabilità di questo disastro sui lavoratori della Messinambiente. L’Ato 3 ha sottratto alla Messinambiente diverse competenze e fondi che poi ha affidato direttamente ad altre cooperative o aziende: la pulizia delle spiagge, il verde pubblico, i servizi di potatura e scerbatura. Settori – osserva Crocè- che stanno dando al comune di Messina e all’Ato non pochi grattacapi viste le condizioni di strade e spiagge. Non a caso su questo nodo esiste tra l’Ato e la Messinambiente un contenzioso di oltre 25 milioni di euro. Certo in qualche occasione, di fronte a necessità urgenti, l’Ato ha fatto richiesta di intervento straordinario alla Messinambiente, salvo poi non pagarlo. Ma non si cerchi oggi di scaricare responsabilità e colpe sui lavoratori della Messinambiente».
Per Crocè «anche questa vicenda, come se non bastassero quelle dei comuni limitrofi che avevano privatizzato il servizio e che si sono ritrovati a gestire bollette altissime e emergenze rifiuti, è un monito. Per il bene della città e dei suoi abitanti, Comune e Ato revochino il bando garantendo così un servizio efficiente, mantenimento ai livelli attuali dei costi e dell’occupazione».